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Mastellone: priorità per Napoli e per l’Italia

Andrea Mastellone

NAPOLI – Il presidente di Assoagenti Andrea Mastellone, recentemente riconfermato alla guida degli agenti marittimi napoletani per il prossimo biennio, ci ha fornito il punto di vista della categoria sulle questioni focali dello scalo partenopeo anticipandoci le azioni fattive che intende promuovere.
Presidente, Napoli vive una situazione difficile da anni, quali categorie di traffici sono in sofferenza?
“Nell’ultimo biennio abbiamo vissuto una grossa recessione economica che si è manifestata soprattutto in un drastico calo del movimento dei contenitori. Le ultime statistiche parlano di un decremento del 20% rispetto allo scorso anno. Mentre le altre tipologie di traffico hanno sostanzialmente mantenuto i loro standard ed in alcuni casi hanno anche registrato aumenti (forestali, cereali), nel traffico dei contenitori continuiamo a soffrire poiché alla recessione economica si aggiunge quel deficit infrastrutturale del porto che ci impedisce di ospitare le navi di ultima generazione”.
[hidepost]Cosa intendete fare al riguardo?
“Proprio nella Naples Shipping Week abbiamo avuto modo di assistere al convegno sui dragaggi dal quale riteniamo di aver ricevuto delle notizie a dir poco eclatanti. Sentire affermare da un servitore dello stato quale è il sostituto procuratore Viviana Del Tedesco che dal ministero dell’Ambiente vengono confezionate delle norme in materia di dragaggi nei porti – siti di interesse nazionale – che vanno contro gli interessi dell’imprenditoria e quindi dello sviluppo ecomico impedendo agli stessi di poter competere, ci ha fatto prendere la decisione di incontrarci subito in una riunione informale dalla quale potrebbe uscire la volontà unitaria di dare mandato ad un importante studio legale specializzato in materia ambientale per presentare un esposto in procura”.
Quali sono intanto le priorità che si aspetta vengano affrontate dall’attuale gestione commissariale?
“Ci rendiamo conto che gli interventi che urgono sono tanti e sappiamo che i problemi devono invece essere affrontati uno per volta. La priorità a mio avviso è la seguente: accelerare i lavori alla darsena di Levante che rappresenta un’enorme opera incompiuta dal 2007, tombare quindi i lavori alla vasca di colmata, ormai praticamente pronta, ed utilizzarla subito come infrastruttura portuale portandoci le gru. Con buona volontà, accelerando i tempi, in due anni potremmo essere pronti per tornare ad intercettare i traffici delle nuove grandi navi portacontainers che ormai non possono più scalare il nostro porto. Dobbiamo assolutamente risolvere i problemi burocratici che ci hanno impedito di procedere in questa operazione. Il commissario Karrer è un tecnico di chiara e nota fama e come ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici conosce bene la macchina dello stato. Purtroppo, anche se il commissario non l’ha pubblicamente dichiarato, mi è sembrato di capire che anche lui si sia trovato a lottare contro un’ulteriore bocciatura del piano dei dragaggi da parte del ministero dell’Ambiente e di conseguenza anche l’ultimazione della vasca di colmata potrebbe essere molto lontana”.
Ed in un’ottica nazionale: in quale direzione a suo avviso dovrebbe andare la revisione della normativa sui porti?
“Vedrei bene un accorpamento delle autorità in funzione, quanto meno, della riduzione dei costi di queste elefantiache strutture. Ventiquattro autorità portuali formano una dimensione davvero anacronistica. Ma quello che ritengo più importante non è comunque il loro numero bensì il loro funzionamento sotto un’unica regia nazionale. Dobbiamo avere finalmente un piano dei trasporti che definisca le specificità dei porti – anche per evitare che ne esistano otto o nove specializzati in containers solo sul versante tirrenico come attualmente succede – e che delinei di conseguenza un piano logistico ferroviario ed interportuale adeguato. E se questo dovesse comportare l’individuazione di interporti improduttivi dobbiamo procedere alla loro chiusura. Questo è a mio avviso quanto dovrebbe fare una riforma portuale che non può quindi prescindere da un piano nazionale dei trasporti”.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
2 Luglio 2014

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