Cosa chiedono gli operatori portuali allo Stato
Velocizzare le pratiche per i dragaggi, semplificare i passaggi in dogana e specialmente accelerare la riforma della legge 84/94 – Gli interventi
MARINA DI CARRARA – Sta diventando un tormentone ovunque ci sia un porto. Ovvero: “Cosa chiedono gli operatori portuali” allo Stato che da troppo tempo li trascura. E’ stato anche il titolo della tavola rotonda che l’Autorità portuale di Carrara ha organizzato in occasione della visita del comandante generale delle Capitanerie di Porto, ammiraglio Felicio Angrisano, accompagnato per l’occasione dal direttore marittimo della Toscana contrammiraglio Arturo Faraone.
[hidepost]L’incontro è stato indirizzato in particolar modo a raccogliere le proposte, le riflessioni e le valutazioni di chi nei porti lavora, di chi i porti li amministra e li organizza. Ad introdurre i lavori è stato il presidente dell’Authority apuana, ingegner Francesco Messineo su un tema particolarmente sentito dalla portualità italiana: i dragaggi. I nostri scali in questo settore lamentano un ritardo infrastrutturale – ha detto Messineo – rispetto ai loro concorrenti europei: che si confrontano con normative estremamente più semplici, meno penalizzanti e, forse, anche con autorità più collaborative. Alla tavola rotonda hanno partecipato, oltre all’ammiraglio Felicio Angrisano, Giorgio Bucchioni, presidente dell’Associazione Industriali della Spezia, Michele Pappalardo, presidente di Federagenti, Giuliano Gallanti, presidente dell’Autorità portuale di Livorno, Enrico Bogazzi, presidente della Porto di Carrara spa, Giovanni Parisi, direttore dell’Agenzia Dogane di Pisa, la dirigente Zirattu dell’Ufficio doganale di Carrara, Giovanni Costantino, presidente dei Cantieri Navali Tecnomar, Nca, Admiral.
Tra gli altri temi toccati durante l’incontro la questione doganale, la velocizzazione delle procedure di inoltro e smistamento delle merci, la governance dei porti con una riforma portuale “ancora impantanata che non vuole solo svolgere opera di manutenzione sulla precedente legge ma addirittura stravolgerla”. E inoltre il problema delle concessioni terminalistiche, le possibilità di investimento dei privati in ambito portuale, i servizi portuali legati ai temi della sicurezza.
In conclusione il comandante generale delle Capitanerie ha sottolineato che il dragaggio dei fondali, da solo, non è sufficiente per fronteggiare l’inadeguatezza strutturale dei nostri porti di fronte al crescente fenomeno del gigantismo navale e ha auspicato che l’esempio di collaborazione fra Autorità portuale, istituzioni locali e operatori, manifestatosi a Marina di Carrara, possa essere esteso a tutti i porti d’Italia.
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