Per Confetra condanna a morte del cargo su treno
ROMA – La sentenza di condanna a morte del trasporto ferroviario delle merci – ha scritto in una sua nota Confetra – sta per essere emessa in via definitiva se non ci sarà un intervento in extremis al Senato.
[hidepost]L’articolo 29 del Decreto Legge Competitività comporta un aumento del pedaggio del trasporto ferroviario delle merci di oltre il 30% a km: un costo insostenibile per un comparto che già stenta ad essere in concorrenza con altre modalità di trasporto.
In sede di conversione al Senato, dopo le speranze dei giorni scorsi per alcuni emendamenti soppressivi della disposizione, è arrivata la doccia fredda: l’unico emendamento rimasto è quello del relatore, il senatore Massimo Mucchetti, e prevede che l’aumento ci sarà, sia pure spalmato in tre anni dal 2015 al 2017.
“Non posso credere che Governo e Parlamento non si rendano conto del danno che procura al Paese una simile disposizione” ha dichiarato a caldo Nereo Marcucci, presidente della Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, Confetra. “Disincentivare il trasporto ferroviario delle merci va oltretutto in senso opposto a quanto vuole l’Europa ed è singolare che l’Italia assuma questa posizione proprio nell’attuale semestre di presidenza del Consiglio UE”.
L’Europa ha infatti già deliberato con l’assenso dell’Italia di arrivare ad effettuare con tecniche intermodali il 30% del traffico merci al 2030 e il 50% al 2050. Un obiettivo che per il nostro Paese diverrebbe impossibile se non si facesse marcia indietro sull’articolo 29 del decreto competitività.
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Anche Assologistica è intervenuta sul tema.
Nonostante gli appelli, che ne hanno sottolineato le gravissime conseguenze sul trasporto merci ferroviario, quanto disposto all’art 29 del DL “Competitività” – con cui si prevede un prelevamento di quasi 50 milioni di euro dall’aumento del costo dell’energia per il trasporto ferroviario – sta per essere approvato.
“Questa mancanza di comprensione da parte dei decisori – ha detto Carlo Mearelli presidente di Assologistica – per le reali necessità delle imprese e degli operatori ferroviari non solo decreta la fine di qualsiasi mantenimento e sviluppo del trasporto su ferro delle merci, ma pone seri interrogativi sulla credibilità del Paese. Anche il dispositivo paventato di prevedere l’aumento del 30% del costo dell’energia elettrica spalmato su tre anni non è una risposta accettabile, perché cancella la capacità competitiva e programmatoria del trasporto intermodale su ferro in Italia”.
Nell’interesse delle imprese ferroviarie, della competitività logistica in generale e della salute pubblica dei cittadini, irrimediabilmente lesa dal provvedimento per il conseguenziale incremento del trasporto su gomma delle merci in totale controtendenza con i dettami ambientali della UE, Assologistica chiede al Governo di cassare questa disposizione.
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