“Maersk Kimi”, prova da porto grande
Con un carico militare per Camp Darby, la 7 mila teu ha dimostrato che anche la strettoia del Marzocco non è tabù – Rimane il problema del divieto di movimenti notturni
LIVORNO – C’è chi l’ha visto come uno spettacolo, desueto per il porto che in questi ultimi anni ha visto navi “giganti” solo nel settore delle crociere. C’è chi, più concretamente, ha preso l’arrivo di domenica al TDT della Darsena Toscana della “Maersk Kimi” – fullcontainer da 7 mila teu e 300 metri fuoritutto – come la conferma che volendo si può. Tradotto: con una sufficiente motivazione, in questo caso un carico militare per Camp Darby, in Darsena Toscana già oggi possono entrare le 7/8 mila teu. Peccato che il pescaggio in questo caso era limitato a 9,98 metri e peccato che ancora non possano uscire di notte (ha dovuto aspettare la mattina del giorno dopo) ma per ora ci dicono di accontentarci.
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Domanda conseguente: perché allora le grandi navi non arrivano? La risposta può essere filosofica (“Una rondine non fa primavera”) oppure tecnica (“Anche Zim entrava con le sue navi più grandi, ma doveva limitare il pescaggio e la cosa non era diventata coinveniente”) o infine legata alle strategie dei grandi players (“In tempi di crisi e di carichi ridotti, si privilegiano i porti più facili e meno costosi in termini di servizi e di divieti”).
Tanti giudizi, tanti esperti a spiegare, qualche peana di vittoria e qualche scettico blu. Tutto sommato, l’ingresso della “Kimi” – 300 metri di lunghezza per 43 metri di baglio massimo, pescaggio tenuto a meno di 10 metri – ha confermato che il Terminal Darsena Toscana funziona bene, che la “strettoia” del Marzocco non è poi Scilla & Cariddi, che sono bastati tre rimorchiatori e il capo-pilota Salvatore Vasta per un’operazione in piena sicurezza.
Che ha avuto per Livorno un valore importante perché ha dato la dimostrazione che le fullcontainers dell’ultima generazione, quelle fino a 8 mila Teu cui l’Authority di Gallanti ha dichiarato di puntare per il prossimo futuro (in attesa della sospirata Piattaforma Europa), non sono affatto tabù. Lentamente il porto di Livorno si adegua agli standard richiesti dall’attualità dello shipping: e quando i famigerati tubi dell’Eni al Marzocco saranno spostati, quando lo Scolmatore scolmerà in mare e non più in Darsena Toscana, quando la bocca sud dell’avamporto perderà per dragaggi altri 300 mila metri cubi di fanghi, il porto potrà aspettare con relativa serenità anche i tempi della Piattaforma Europa.
Nel frattempo, perché intanto non si elimina l’altro grande tabù del divieto di ingresso e di uscita notturne per le grandi navi? Dicono che basterebbe un po’ più d’illuminazione. E forse un po’ più di coordinato coraggio di tutti…
A.F.
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