Comitato “rovente” sui bacini
E’ stato convocato per l’8 ottobre per le decisioni sulla gara del sistema della “vasche”

Giuliano Gallanti
LIVORNO – Il comitato portuale è stato convocato da Giuliano Gallanti, presidente della Port Authority, per mercoledì 8 ottobre. Forse in tempo – almeno si spera – per recepire l’ok del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici al piano regolatore generale del porto: un passaggio, quello del CSLLPP, che è fondamentale ma non conclusivo per l’iter del piano, perché dovrà ancora passare dalla Conferenza dei servizi che deve convocare il Comune. E sulla quale si addensano le nuvole delle dichiarazioni del sindaco Nogarin, in particolare su due delle più importanti gare da far partire con il piano regolatore: quella dei bacini di carenaggio (ne abbiamo scritto a lungo nel numero scorso) e più tardi (difficile che possa partire prima della fine dell’anno) quella per la Porto 2000.
[hidepost]L’incontro che si è tenuto in Vescovado la settimana scorsa, dal tema “La Toscana e la crisi”, ha infatti confermato che il sindaco intende dire la sua – non si sa bene con quali margini di competenza sul piano giuridico e istituzionale – nella gara per i bacini di carenaggio. Con quella che, almeno dai resoconti apparsi su Il Tirreno, sembra una certa confusione tra operazione immobiliare della Porta a Mare e sistema cantieristico per lo yachting. “La vicenda dei bacini è uno scandalo – avrebbe detto il sindaco Nogarin nel dibattito: Porta a Mare è stata un’operazione immobiliare, una speculazione in grande stile. E’ stato costruito un quartiere dove prima c’era un cantiere invidiato che dava lavoro ed aveva grandi professionalità. Dovrà essere reso conto alla città di ciò che è stato fatto”.
Facile ricordare al sindaco che il cantiere Orlando, certamente di grande valore storico e con indubbie professionalità al suo interno, era stato di fatto abbandonato da Fincantieri perché non più competitivo: ed era stato ripreso in mano, in un disperato (e fallito miseramente) tentativo della cooperativa degli ex dipendenti di rilanciarlo. Malgrado la passione, l’impegno anche di gran parte della città, e gli inizi promettenti, l’ex Orlando non ce la fece. E gli accordi di Roma con il gruppo Azimut Benetti hanno contemplato anche una parte immobiliare (che non c’entra niente con il cantiere Benetti) gestita da noti gruppi cooperativi del centro Italia: ma hanno convertito un cantiere navale ormai morto in un cantiere dello yachting di lusso che oggi è il primo al mondo, con conseguenti ricadute sul territorio di lavoro e risultati economici. Come è stato già scritto, senza il sistema dei bacini di carenaggio lo sviluppo dimensionale degli yachts di Benetti sarà impossibile: e la gara prevista dalla Port Authority non potrà non tenerne conto.
L’ha detto con chiarezza, nello stesso incontro in vescovado, il presidente dell’Authority Gallanti. Ma ovviamente conterà anche il voto che uscirà dall’assise del porto, dove siede anche Nogarin (che comunque nella stessa assise, è stato ribadito da Gallanti, “vale per un voto”). Ecco perché sarà fondamentale il dibattito – e lo saranno le sue conclusioni – del comitato portuale dell’8 ottobre.
Una chiara anticipazione del clima che potrebbe esserci nel comitato l’hanno data in questi giorni i sindacati livornesi che, una volta tanto compatti, hanno “bacchettato” le uscite estemporanee del sindaco sul tema dei bacini di carenaggio sostenendo a tutto volume la tesi del gruppo Azimut-Benetti: e cioè della necessità per i piani di crescita di quest’ultimo – che ha contratti addirittura per due navi da diporto da 100 metri – di disporre dei bacini di carenaggio. Anche sui distinguo del sindaco Nogarin sul piano regolatore del porto e sulla originale (e un pò fantasiosa) ipotesi di intervenire con la Spil sulla gara per la Porto 2000, i sindacati si sono espressi in chiave molto critica. Come il presidente della Regione Enrico Rossi che alla recente Festa dell’Unità al Caprilli si è detto d’accordo sulle esigenze della Benetti e pronto a partecipare al comitato portuale: e non certo per sostenere le tesi “dilatorie” del sindaco, ma anzi per accelerare le decisioni che a suo dire devono spingere ad accelerare i processi di rilancio dello scalo.
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