E adesso il progetto è a Istanbul
RAVENNA – Diciamo subito che nel panorama dei presidenti delle Autorità portuali italiane, Galliano Di Marco è per lo meno atipico. Intanto non è un politico ma un professionista.
[hidepost]Poi, visto che della politica nei porti non si può fare a meno per rimanerci ed avere qualche aiuto (pochi, per la verità) si proclama spiritosamente “diversamente renziano”. Nei fatti, c’è chi lo considera un cavallo matto e chi invece gli da atto di una grande coerenza, un grande coraggio e la capacità di mandare al diavolo strutture e “ammucchiate” che fanno più fumo che arrosto. Per parlar chiaro: le sue uscite sbattendo la porta sia dal Napa che da Assoporti – entrambe associazioni che considera del tutto inefficaci – lo hanno messo nel mirino di molti e fatto apprezzare da ancora di più. Non sembra avere un gran feeling con il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi – Di Marco ha fatto anche causa allo Stato per difendere i diritti del suo porto alle proprie risorse – ma è molto apprezzato da Debora Serracchiani, potente vice di Renzi e responsabile nel Pd della politica portuale.
In questi giorni il presidente dell’Authority di Ravenna sta facendo il… commesso viaggiatore: prima a Rotterdam e in queste ore a Istanbul per presentare il progetto del nuovo terminal contenitori che il suo porto ha progettato insieme a Contship. Non si tratta, a quello che si è potuto vedere, di uno dei tanti voli pindarici dei porti italiani: né di un “vorrei ma non posso”. Ravenna è una città pragmatica, e Di Marco lo è altrettanto. Così il progetto non nasce e rimane nelle stanze più o meno segrete dell’Authority ma è stato lungamente esaminato, discusso e – sembra – pienamente condiviso anche dalle istituzioni locali. Che capiscono bene come si tratti di un investimento che ha ricadute importanti, economiche e di lavoro, per l’intera città.
Il progetto, ammette lo stesso presidente Di Marco, potrebbe completare il suo lungo iter entro l’inizio di primavera. Senza chiedere milioni allo Stato, senza fuochi d’artificio, senza grandi padrini né “padrinaggi”. Vediamo che cosa riporterà da Istanbul questo presidente atipico. Noi, speriamo che se la cavi presto e bene.
Antonio Fulvi
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