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Orazio Stella: Livorno ok per gli Usa

Orazio Stella

GENOVA – Orazio Stella, AD Maersk Italia, ha risposto alle nostre domande sui piani della grande compagnia. Ecco l’intervista.
Fanno impressione, in una realtà di traffici marittimi tutt’altro che brillante, i risultati positivi di Maersk nell’ultima trimestrale (+13% del profitto netto e +3,7% dei traffici). Ritiene che sia l’inizio della ripresa globale o il fenomeno rimane legato alla sua compagnia, grazie alla razionalizzazione dei costi e delle linee?
“Il nostro è un settore che continua a crescere a ritmi abbastanza sostenuti, anche se decisamente inferiori se paragonati alle performance dello scorso decennio.
[hidepost]Ciò nonostante continuiamo a subire una forte pressione sui noli, che si manifesta in una continua erosione delle rate unitarie. In questo contesto la nostra compagnia ha avviato un massiccio programma di riorganizzazione del network, che ci permette di operare con costi unitari di trasporto decisamente competitivi sul mercato. In quest’ottica anche l’alleanza strategica con MSC su cui opererà il nostro East West Network ci metterà nelle condizioni di ridurre gli slot cost, in un contesto di accresciuta stabilità per i clienti”.
Uno dei dibattiti del momento, sviluppato anche nel Forum Shipping & Intermodal Transport di Genova, riguarda il crescente arrivo di grandi fullcontainers, che potrebbero mettere in crisi molti porti non solo italiani. Maersk in questo campo è stata un’antesignana. Ritiene che le grandi navi debbano rimanere una nicchia – importante ma non diffusissima – o possano contribuire ad un ammodernamento e potenziamento dei porti che vogliano continuare ad essere protagonisti del trasporto intercontinentale?
“Il fenomeno del gigantismo navale si è ormai stabilmente affermato e non ci sono segnali di un arretramento su questo versante. Le meganavi rappresentano un altro fondamentale elemento di riduzione dei costi unitari di trasporto. È però naturale che navi di tali dimensioni comportino imponenti investimenti e debbano operare in maniera efficiente. Anche in questo caso l’alleanza ci permetterà di operare un network affidabile e adeguato alle esigenze dei clienti, senza esporre i nostri investitori a rischi.
“I porti devono pertanto attrezzarsi a poter accogliere e lavorare queste navi. Ciò nonostante crediamo che questa sia una condizione necessaria, ma non sufficiente ad attirare mega navi nei porti: navi di capacità superiori ai 10.000 TEU deviano dalla rotta ideale a fronte di una massa critica di volumi in uscita o entrata da un determinato hinterland. In qualche misura, date condizioni tecniche favorevoli, le navi vanno dove vogliono i clienti”.
La riduzione del costo del fuel, in atto da tempo e senza previsioni di prossime inversioni di tendenza, può influire nel ridimensionare la competitività dei giganti da 12 mila e oltre teu? E come giudica l’impegno crescente dei governi per l’adozione di motorizzazioni ibride (nafta e gas) sulle grandi navi?
“In un contesto di contrazione dei prezzi del petrolio, le navi più grandi garantiscono un doppio vantaggio, in quanto il consumo di bunker per unità di merce trasportata (i.e. TEU) è proporzionalmente inferiore quanto maggiore è la capacità. Anche in questo caso però è necessario che le navi operino in condizioni di efficienza tali da generare economie di scala.
“Per quanto riguarda il futuro, pensiamo che qualsiasi carrier sia interessato ad esplorare opzioni che permettano di contenere i costi e soprattutto di incidere positivamente sulla sostenibilità ambientale dei trasporti”.
I recenti accordi con Msc hanno aperto nuove speranze di crescita anche per il porto di Livorno, dove peraltro la sua compagnia già opera. Come giudica questo scalo e le sue prospettive, legate anche alla piattaforma Europa del nuovo piano regolatore?
“A partire da gennaio torneremo ad operare servizi diretti per gli Stati Uniti. E Livorno è naturale punto di partenza di molti volumi per il Nord America.
“Come già sottolineato, le prospettive dei porti sono determinate, oltre che dalle condizioni operative, dalla capacità dell’intero sistema di creare la massa critica necessaria ad attirare prodotti e servizi. Crediamo fortemente che l’obiettivo che i porti italiani devono prefiggersi non sia quello di contendersi i volumi che già passano per il nostro Paese, ma che si debba lavorare nella stessa direzione per attirare nuove possibilità, attraverso una potente operazione di marketing di sistema che promuova le opportunità che l’Italia può offrire lungo l’intera filiera logistica”.

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Pubblicato il
20 Dicembre 2014

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