Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Bandiera italiana e territorialità navale

Chiuso un pasticcio interpretativo che minacciava pesanti ricadute anche occupazionali – Il riferimento deve restare la convenzione di Montego Bay

ROMA – C’è voluto un intervento legislativo, infilato nell’“omnibus” della legge di Stabilità, per venire a capo del pasticcio sulla territorialità delle navi italiane al largo dalle coste: pasticcio che stava rischiando di allontanare dall’Italia una delle compagnie più importanti e uno degli operatori più prestigiosi del paese.
[hidepost]Con il comma 725 la legge di Stabilità fornisce l’interpretazione autentica – e si spera definitiva – per l’ambito applicativo delle ritenute d’imposta sulle operazioni armatoriali legate alla territorialità. Ne abbiamo scritto di recente anche su queste colonne. Il tema ha avuto una larghissima eco in particolare a Trieste, dove con l’agenzia delle Entrate erano nati contenziosi che minacciavano effetti devastanti.
Il problema era nato, dopo anni di prassi secondo cui la nozione territoriale delle navi era riferita alla convenzione internazionale di Montego Bay, da un improvviso riferimento restrittivo all’art. 4 del Codice italiano della navigazione; secondo il quale riferimento restrittivo si è sostenuto sul piano fiscale che le navi italiane soddisfano il principio della territorialità “se impiegate prevalentemente in acque internazionali”. Da qui l’applicazione di una pesante ritenuta del 30% che rischiava di mettere totalmente fuori mercato gli armatori italiani.
Con un intervento finalmente tempestivo, la legge di Stabilità ha disposto l’irrilevanza del requisito della territorialità contenuto nel Codice della navigazione (art. 4) per l’applicazione della ritenuta d’imposta del decreto 600/73: una ritenuta che gravando pesantemente sugli armatori avrebbe causato un vero sconquasso, con ricadute occupazionali negative e con la fuga dalla bandiera. E’ stato anche rilevato che l’applicazione distorta della suddetta penalizzazione avrebbe vanificato di fatto sia l’istituzione del Registro Internazionale, sia di quella Tonnage Tax studiata apposta per rendere la bandiera italiana più competitiva in linea con le normative europee.

[/hidepost]

Pubblicato il
28 Gennaio 2015

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora