Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Germania fuori dall’UE per le norme sui TIR

I tedeschi impongono norme contestate dagli altri paesi europei – L’utilizzo del REN

Maurizio Longo

ROMA – Secondo Trasportounito la Germania “con una procedura unilaterale, contraria a tutte le normative europee, impone alle imprese di autotrasporto europee e internazionali, l’obbligo di un salario minimo garantito dei conducenti; pena il divieto a operare su territorio tedesco”.
“Nei fatti – afferma Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – la Germania pone in essere misure di puro protezionismo delle imprese nazionali: l’eccessiva rigidità della regolamentazione tedesca limita e condiziona le attività di autotrasporto svolte dalle imprese europee non tedesche. E non è un caso che già 14 Paesi europei abbiano già contestato la normativa tedesca. Sarebbe ora che anche l’Italia si muovesse in questa direzione”.
[hidepost]Oltre alle pesantissime sanzioni pecuniarie (fino a 30 mila euro in caso di mancata o non veritiera comunicazione all’autorità tedesca, e fino a 500 mila euro, in caso di corresponsione di un salario minimo inferiore a 8,5 euro l’ora), la Germania impone l’obbligo di comunicazione dell’inizio, della durata e della fine del trasporto, nonché quello, sempre a carico dell’impresa straniera, di conservare tali documenti per almeno due anni. Il tutto rigidamente in lingua tedesca, dalla documentazione alle attestazioni, dalle certificazioni fiscali, alle responsabilità di cui ovviamente i committenti scaricano inesorabilmente sull’impresa di autotrasporto.
“Sebbene sia condivisibile il principio – precisa Longo – secondo il quale occorre contrastare le azioni di dumping (l’Italia è ormai preda di imprese dell’Est che viaggiano sotto costo), non si comprende come mai non viene utilizzato lo strumento di cui si è dotata l’Unione Europea e cioè il Registro Elettronico Nazionale (REN), che dovrebbe essere a disposizione di tutti i Paesi membri, per identificare, comunicare e sanzionare le imprese di autotrasporto che si comportano in modo non corretto”.
“Tutto l’impianto tedesco – evidenzia Longo – non è altro che una invenzione strumentale per favorire le imprese nazionali. Ma è venuto il momento di far capire alla Germania che non è l’Europa”.
“Sino a oggi l’Italia a livello governativo ha brillato per la sua assenza – conclude Longo – evidenziando una colpevole distrazione rispetto a questi temi. Occorre invece chiedere con urgenza la “sospensione del provvedimento tedesco” o, in alternativa, l’applicazione del principio di reciprocità”.

[/hidepost]

Pubblicato il
14 Febbraio 2015

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio