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La Liguria che fa davvero sistema nell’assemblea congiunta di tre porti

Le potenzialità della reale interoperabilità tra gli scali e i vantaggi economici per l’utenza – I corridoi doganali, i corridoi logistici alternativi e le problematiche aperte dalla Corte dei Conti – La “single window” tra Autorità marittima e Autorità portuale

Un aspetto della sala.

GENOVA – Che l’unione faccia la forza è un concetto condiviso da tutti, perlomeno a parole, ma il primato delle iniziative, con riguardo agli operatori marittimi italiani, va ai genovesi, e nell’occasione ai liguri. Già lo scorso anno spedizionieri ed agenti marittimi inaugurarono in questo periodo la formula di riunirsi in un’unica assemblea annuale con un evento di ampio respiro aperto anche ai contributi degli altri protagonisti della portualità. Quest’anno a Palazzo San Giorgio, sede dell’Autorità Portuale, si è avuta un’assemblea pubblica congiunta con l’unione delle associazioni degli spedizionieri dei tre porti liguri: Spediporto, Associazione Spedizionieri del Porto di La Spezia, Isomar.
[hidepost]L’assemblea, a sottolineare l’importanza del sostegno politico per il settore, ha offerto ai partecipanti la possibilità di conoscere le proposte in materia dei candidati alle prossime elezioni regionali.
Le tre associazioni, che rappresentano seicento realtà operative, già da gennaio scorso hanno fondato la Ligurian Logistic System, società per la gestione dei dati informatici che intende dare ulteriore spinta allo sviluppo del sistema portuale ligure ed intercettare quei possibili 900 mila teu di merce che oggi sbarca nel nord Europa pur avendo destinazione finale in Italia ed anche quel potenziale stimato in 10 milioni di teu di “mercato contendibile” localizzato a ridosso dell’arco alpino, in Svizzera, Austria e Germania, che non sceglie i porti sud europei per economizzare su costi e tempi. Ancora più ambiziosi sono gli obiettivi della società informatica: diventare l’interfaccia operativa degli spedizionieri della Piattaforma Logistica Nazionale.
Nella relazione morale del Consiglio Direttivo illustrata dai presidenti Maurizio Fasce, Alessandro Laghezza ed Alessandra Orsero è emerso come già il 54% del traffico contenitori del paese sceglie un porto ligure e si parla di un “mare contendibile” da aggiudicarsi attraverso efficientamento del pre-clearing e concreta interoperabilità degli operatori privati e pubblici che porterebbe il sistema a risparmiare mediamente fino a 3 giorni sulle consegne merci provenienti dal Far East attraverso Port Said, con vantaggi per tutta la filiera coinvolta, dal terminal all’autotrasportatore passando per spedizionieri ed agenti marittimi. Secondo le stime ricavabili dai dati contenuti nella relazione, con questo risparmio di tempi, un potenziale di circa 1.400.000 teu di mercato non domestico potrebbe essere attratto dai porti liguri per un controvalore di circa 9,933 miliardi di euro. Seguendo l’esempio dei porti nord europei gli spedizionieri liguri chiedono un progetto nazionale di interoperabilità tra Port Community System, a guida pubblica, per giungere alla realizzazione di un IPCS (InterPort Community System) con la partecipazione diretta di tutti gli operatori portuali e che permetta di andare nella direzione dei corridoi logistici contro invece quella dei corridoi doganali che giudicano non adatta allo sviluppo equilibrato del comparto marittimo.
La questione dei corridoi doganali rappresenta un punto di divergenza con la visione della parte pubblica ed anche il presidente dell’autorità portuale genovese Luigi Merlo, partendo dai positivi dati di incremento conseguiti anche grazie all’aumentato livello di amalgama dal suo scalo pur in una notoria fase di pesante congiuntura generale, dopo aver ricordato di essere prossimo a lasciare per fine mandato e per opportunità dovuta alla candidatura regionale della consorte, ha messo il dito nella piaga ricordando come non sia possibile rinunciare ai corridoi doganali stante la precisa richiesta espressa dalle grandi multinazionali (ricordiamo il corridoio Ikea appena inaugurato). Quindi l’invito ad un’accettazione degli spedizionieri in questo senso con l’impegno di cercare una limitazione. Merlo ha anche posto l’attenzione al nuovo problema sorto con la recente sentenza della corte costituzionale che ha annullato le cariche dirigenziali negli uffici doganali con il rischio della paralisi operativa. Da parte di Gian Luigi Miazza, presidente dell’autorità portuale di Savona, l’affermazione che se la Liguria ha conseguito questi traguardi ciò si è verificato anche per la cooperazione delle sue autorities e che il percorso deve proseguire per mantenere e migliorare i risultati raggiunti. Sono seguiti gli interventi dei candidati alle regionali e quello dell’ammiraglio Vincenzo Melone, comandante della Capitaneria di Porto di Genova, che ha ricordato che il pre-clearing si deve proprio “all’aver fatto sistema” di tre soggetti pubblici (autorità marittima, portuale e doganale) ed ha anticipato che entro il giugno 2015 l’autorità marittima e quella portuale si interfacceranno con la single window della dogana.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
1 Aprile 2015

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