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Dall’assemblea nodi doganali su corridoi e dirigenti

GENOVA – Dall’assemblea congiunta degli spedizionieri liguri sembrano essere emerse almeno due grosse questioni.
[hidepost]La prima è il sistema del “corridoio doganale”: che preoccupa la categoria in quanto consente ai contenitori, forniti di sigillo elettronico Rfid che registra il loro contenuto ed i loro spostamenti, di arrivare nel porto, essere virtualmente registrati al loro passaggio ed andare direttamente a destino, cioè fare dogana nell’interporto di riferimento; con ciò – ed è un timore della categoria – si toglierebbe agli spedizionieri il lavoro a livello locale, perlomeno su questo tipo di traffico. Il procedimento, da quello che si è detto in questi giorni, esiste già nel porto di Amburgo e secondo la UE rappresenterà il futuro per le grosse realtà. Lo ha ripetuto anche Luigi Merlo all’assemblea e lo ha scritto Lorenzo Forcieri – di cui si è notata l’assenza, forse non casuale, nell’assemblea congiunta – in un comunicato stampa che riportiamo su questo numero, proprio sulla questione Ikea al debutto operativo in questi giorni mentre scriviamo. Il punto è che i container della grande industria svedese saranno trasportati dalle banchine di Genova e La Spezia alla piattaforma logistica di Piacenza con un numero limitato di operatori marittimi e stradali. Nel progetto dei “corridoi doganali” è prevista anche una seconda fase che potrà interessare altre strutture, nodi intermodali compresi. Il progresso non si ferma anche nella logistica e l’agenzia delle Dogane si sta organizzando a livello nazionale (in Toscana, nell’interporto di Prato, si è prossimi all’avvio della procedura e così sarà per l’interporto A. Vespucci di Guasticce); occorrerà quindi necessariamente un cambio di mentalità della categoria degli spedizionieri – si afferma da parte di molti dei protagonisti della “catena” delle merci – con un eventuale ampliamento del loro raggio di azione, in nome di un beneficio che si rifletterà su tutto il Paese e lo renderà in grado di affrontare la competizione internazionale.
L’altra questione emersa riguarda la sentenza n° 37 della Corte Costituzionale depositata lo scorso 17 marzo sulla illegittimità delle cariche dirigenziali dell’Agenzia delle Entrate e delle Dogane. Questione sorta nel 2011 quando il TAR del Lazio, su ricorso della Federazione dei dirigenti pubblici, dichiarava l’invalidità di tutte quelle nomine dirigenziali ottenute senza aver esperito concorso pubblico. Relativamente all’Agenzia delle Dogane si parla di oltre 400 nomine e la preoccupazione per la ripercussione sulla comunità, provocata da invalidità di atti precedentemente sottoscritti e nuova immediata gestione, è notevole. Al momento si sta studiando una soluzione con il ministero delle Finanze e si prefigura una situazione “ponte” per i prossimi 18 mesi nei quali, mentre si realizzano nuovi concorsi per dirigenti si creano figure “intermedie”: quei dirigenti non toccati dal provvedimento vengono nominati direttori “ad interim” nelle sedi oggi vacanti. La situazione non sarà facile da affrontare anche per gli spostamenti da una sede all’altra ai quali questi dirigenti saranno sottoposti. Nell’assemblea genovese il dottor Franco Letrari, ex-direttore Interregionale delle Dogane per la Liguria, il Piemonte e la Valle d’Aosta ha presentato lo staff che dirigerà, al suo posto, i distretti che sono stati fino a poco tempo fa di sua competenza.
Per la Dogana di Livorno, in sostituzione del dottor Massimo Ricasoli, è già stato nominato “ad interim” il dottor Giovanni Cassone, dirigente della Dogana di Prato.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
1 Aprile 2015

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