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E sulla sicurezza l’innovazione proposta da MITZI

LECCO – Il dibattito in corso sui corridoi logistici, con tutte le sue asprezze ma anche con le componenti di prospettata innovazione, sta aprendo come derivata logica anche una “finestra” di dibattito su un tema che torna all’attenzione delle imprese di trasporto a cicli carsici. la tutela della sicurezza delle merci in viaggio, sia nei containers che sui camion e sugli altri mezzi di trasporto.
[hidepost]E’ un tema che è diventato il mantra di un marchio, MITZI Srl di Lecco attraverso un approfondito studio sulla tecnologia più avanzata dei controlli remoti. E con alcuni progetti che sotto il logo comune DOT (Defender of Trailers) sembrano maturi per aprire una rivoluzione positiva nel campo: già sottoposta a test esaurienti – riferiscono Mario Nava e il suo product manager Bruno Maggetti – con la collaborazione anche del gruppo internazionale Tarros di La Spezia.
Nella più stretta sintesi, e in attesa di ulteriori approfondimenti, i progetti DOT puntano alla sicurezza assoluta attraverso due fondamentali proposte: meccanismi controllati “remote” da una apposita centrale per la gestione dei portelloni, con blocco dei freni di stazionamento dei veicoli e monitoraggio in real-time di ogni spostamento e tentativo di effrazione; e l’introduzione di innovativi piccoli containers estremamente flessibili, dotati di dispositivi di riconoscimento con sensori “leggibili” che consentano la tracciatura del singolo carico, anche a disposizione delle dogane.
Progetti complessi, quelli sotto l’insegna del DOT, che sono stati presentati in questi giorni in vari porti e nelle sedi delle città portuali di Confindustria, ricevendone incoraggiamenti e richieste di ulteriori informazioni. Con un imperativo categorico che gli stessi promotori sottolineano: la necessità che ci siano direttive nazionali a livello di ministero dei trasporti, perché siano recepiti e resi compatibili alle normative attuali – o addirittura resi obbligatori – i sistemi proposti. Siamo all’inizio di un percorso rivoluzionario o come qualcuno teme, di fronte all’ennesima proposta di apertura al futuro che però può impantanarsi nella giungla delle complicazioni burocratiche all’italiana?

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Pubblicato il
20 Maggio 2015

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