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Fedepiloti e la Riforma dalla safety alle tariffe

La relazione del presidente Fabricatore Irace sui temi più scottanti dei servizi tecnico/nautici, anche in vista degli indirizzi della commissione europea – Responsabilità e grandi navi

ROMA – I tempi sono difficili: e la “tempesta perfetta” che si è scatenata per l’ennesima volta sul governo, colpendo questa volta – almeno di striscio – lo stesso ministro delle infrastrutture Delrio, non aiuta certo ad affrontare con serenità i temi della riforma portuale e degli assetti della governance.
[hidepost]Così ieri, nella 69ª assemblea di Fedepiloti all’hotel Plaza di Roma, i tanti problemi concreti di un cluster portuale che è alle prese con forse troppe pressioni riformatorie – dalla normativa italiana alle reiterate richieste della UE – sono stati vissuti con una specie di retro – imbarazzo, tutto basato sulla campagna mediatica pro e contro il governo.
Occorrerà qualche tempo per metabolizzare quanto si è detto dal palco, e specie dai corridoi. Ha tenuto la barra dritta invece la relazione del presidente uscente di Fedepiloti Danilo Fabricatore Irace, nella quale si è andati sulla concretezza dei temi. Che val la pena di sintetizzare.
Il pilotaggio, ha detto Irace, era stato presentato nella prima stesura della bozza di riforma come una “debolezza” del sistema Italia: ma con la riforma Delrio-Madia è stato riconosciuto come un valore aggiunto fondamentale, come del resto il Senato ha voluto ribadire nella parte del suo intervento sui servizi tecnico-nautici. Un grazie Irace l’ha voluto rivolgere a Ivano Russo nello staff di Delrio per l’impegno sui problemi dei piloti.
L’analisi degli indirizzi della commissione europea risulta più complessa – ha detto Irace – perché è ancora sub-iudice, con alcuna variabili che via via si sono succedute: ma con la certezza – si è augurato – che l’Italia voglia difendere “l’attuale modello organizzativo che ci contraddistigue”.
Sulle responsabilità del pilota nel pilotaggio, altro tema delicato, il presidente Irace si è detto ragionevolmente cero che si possa arrivare presto al varo di un “limite di responsabilità” per legge, visto anche il forte aumento del costo e delle dimensioni delle navi. Analisi approfondita anche sul pilotaggio “via radio” che risulta in forte crescita e sul rapporto con le Capitanerie di porto, con i piloti che si battono perché “la sicurezza rimanga nelle competenze del Corpo delle Capitanerie” anche con la riforma.
Una approfondita analisi è stata dedicata dalla relazione anche alle problematiche tariffarie, che oggi vedono parametri fermi a navi che un tempo erano grandi ed oggi sono diventate medio-piccole. Per cui si chiede un adeguamento della formula per considerare anche le maxi-portacontenitori. Infine la preoccupazione che la recessione, ancora in atto, possa avere un’influenza negativa sulla sicurezza, come ipotizzato – ha detto Irace- da Marine Risk Consulting di Allianz; e che gli eventi meteo straordinari, diventati quasi una norma, possano anch’essi incidere sulla statistica delle perdite.
In chiusura, è stato ribadito che l’impegno per un “Forum permanente sulla sicurezza” avviato quest’anno tra Fedepiloti e Comando delle Capitaneria vada avanti con ritmo annuale, arricchendosi anche di una banca dati e di un premio annuale. E Irace ha anche ricordato che proprio in questi giorni il comandante generale delle Capitanerie ammiraglio ispettore Vincenzo Melone è a Londra per sollecitare all’IMO un riconoscimento all’Italia sui salvataggi dei profughi. Dove insomma l’impegno, il lavoro e il dovere sono stati integrati dal grande cuore degli italiani del mare.

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Pubblicato il
13 Aprile 2016

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