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Ad ottobre tavolo di lavoro all’Isola della Maddalena

Allo studio come conciliare gli standard di sicurezza con l’efficienza degli scali italiani

Il tavolo della presidenza all’incontro di Jesi.

ROMA – “Il sistema portuale è un sistema complesso le cui criticità possono essere superate solo tramite la sinergia tra i diversi operatori, pubblici e privati, la quale – alla luce delle note deficienze infrastrutturali che caratterizzano i porti italiani e dei ritardi nell’adeguamento dei medesimi agli standard europei – rappresenta l’unica strada per conciliare il mantenimento degli elevati standard di sicurezza dei porti con la loro accessibilità ed efficienza”.
[hidepost]Questo, in sintesi, il pensiero del comandante Giuseppe Orrù, presidente dell’associazione “Unione Piloti”, che ha ospitato a Jesi (AN), un incontro tra gli “addetti ai lavori” finalizzato alla creazione di un tavolo tecnico per individuare i temi da trattare in un convegno in programma a La Maddalena il prossimo ottobre. Orrù ha anche sostenuto che “Nell’ambito del sistema portuale, un ruolo fondamentale deve essere riconosciuto al pilota di porto, il quale rappresenta una sorta di “biglietto da visita” che l’Autorità presenta alle navi provenienti dal mare aperto; si tratta, infatti, di colui che, all’interno dei porti, accogliendo le navi, offre, sotto la regia delle Autorità, un importante contributo al mantenimento della sicurezza nei porti partendo dall’alto mare”.
L’incontro ha visto la partecipazione dell’ammiraglio di Squadra Salvatore Ruzittu, comandante delle scuole della Marina Militare (in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore della Marina), dell’ammiraglio Francesco Saverio Ferrara, comandante delle Marche (in rappresentanza del comandante generale delle Capitanerie di Porto), dell’avvocato Matteo Paroli, segretario generale dell’Autorità portuale di Ancona, di Sebastiano Galassi, in rappresentanza dei rimorchiatori del Gruppo Panfido, dell’avvocato Paola Barretta, in rappresentanza dei Rimorchiatori Fratelli Barretta, di Pasquale Saponangelo in rappresentanza dei Rimorchiatori Napoletani, del dottor Massimo Mura, AD del Gruppo Tirrenia, del C.L.C. Francesco Patalano, comandante di armamento della flotta Tirrenia, del C.L.C. Giuseppe Vicidomini, in rappresentanza del gruppo armatoriale Moby e, in qualità di moderatore, dell’avvocato marittimista Paolo Malaguti dello Studio Legale Malaguti & Partners.
La condivisione delle problematiche riscontrate – è stato il comune denominatore di tutti gli interventi, con particolare riferimento alla sicurezza del sistema portuale, la quale può trovare il suo humus solo per il tramite di un’attività di cooperazione fra gli operatori. Secondo l’ammiraglio Salvatore Ruzittu il contributo sinergico alle varie attività di sicurezza che la Marina Militare può dare non può prescindere da una recuperata presenza delle “navi grigie” nei porti italiani. L’ammiraglio Francesco Saverio Ferrara, ha dal canto suo concentrato la sua attenzione sul delicato problema posto dal binomio elasticità/sicurezza, dove il bisogno dell’una deve necessariamente convivere con le esigenze di security portuale.
Il segretario generale dell’Autorità portuale di Ancona Matteo Paroli ha evidenziato la necessità di sfruttare al massimo le strutture esistenti, citando l’esempio delle varie progettualità in fase di realizzazione nel porto anconetano, assolutamente indispensabili per lo sviluppo di qualsiasi scalo marittimo. Il porto del capoluogo marchigiano è infatti riuscito a realizzare le condizioni necessarie per consentire, il prossimo 27 maggio, l’approdo della MSC Sinfonia, la più grande nave da crociera mai ospitata ad Ancona, avente una capienza di circa 2.500 passeggeri ed oltre 650 membri di equipaggio. Progetti di ammodernamento simili – ha sottolineato Paroli – sono suscettibili di determinare importanti ripercussioni economiche, tuttavia vengono troppo spesso rallentati da procedure burocratiche che ne ostacolano la realizzazione in tempi certi.
I rappresentanti dei rimorchiatori nel sottolineare l’importanza che ricopre la loro funzione all’interno dei servizi tecnico-nautici, hanno ribadito la forte e costante sinergia con i piloti ed evidenziato altresì il loro legame con le Autorità, il tutto nell’interesse ultimo della sicurezza e degli armatori.
L’avvocato Paola Barretta in particolare ha richiamato l’attenzione sulla tragica esperienza legata al soccorso della motonave Norman Atlantic, che ha confermato il valore del lavoro svolto in sinergia tra Marina Militare, Capitanerie di Porto e Servizio di Rimorchio.
Pasquale Saponangelo, ricordando il salvataggio da parte dei Rimorchiatori Napoletani dei migranti della motonave Blue Sky M avvenuto il 31 dicembre 2014 nelle acque del porto di Gallipoli, ha sottolineato, come la massima collaborazione tra la Marina Militare e la Capitaneria di Porto sia stata determinante per assicurare in tempi brevi sia l’intervento che la soluzione della crisi con il salvataggio di 800 vite umane.
Il valore aggiunto nei servizi tecnico nautici rappresentato dai rimorchiatori è stato ribadito anche da Sebastiano Galassi, il quale ha menzionato il salvataggio della nave cambogiana Sky Mar nella rada di Chioggia: in quell’occasione l’apporto congiunto del servizio di pilotaggio e di rimorchio, coordinati dalla Capitaneria di Porto, ha evitato che la nave, in avaria, si infrangesse sul molo con importanti conseguenze umane ed ambientali. Tutti i rappresentanti dei rimorchiatori hanno infine convenuto che in un contesto caratterizzato da una fortissima concorrenza di multinazionali estremamente competitive, ci si può difendere, se si vuole evitare di scomparire, solo con significativi investimenti nel patrimonio aziendale.
L’amministratore delegato di Tirrenia Massimo Mura, infine, ha evidenziato l’evoluzione esponenziale fatta registrare nell’ultimo decennio dal traffico di linea del trasporto passeggeri in termini di velocità, cabotaggio e portata, a fronte dei quali la risposta del sistema portuale appare in netto ritardo. La soluzione potrebbe essere individuata nella trasformazione delle infrastrutture portuali esistenti, in modo da renderle maggiormente ricettive, guardando al fabbisogno del Sistema Paese in base alle caratteristiche delle singole realtà portuali. L’auspicio di Mura è che il Legislatore intervenga presto nel riordino dei porti affinché vi sia il superamento del tradizionale modello di porto facente funzioni a 360 gradi, verso un sistema in cui vi siano scali a vocazione esclusivamente crocieristica diversi da quelli destinati al solo trasporto di merci dedicate. Questo non significa che un porto debba essere monotematico ovvero condannato ad una scelta pregiudicante, ma che le sue attività possano essere delocalizzate all’interno dello stesso hub. In una situazione di questo tipo – ha concluso l’A.D. di Tirrenia – sarebbe più facile assicurare la creazione di infrastrutture di secondo grado, quali ad esempio interporti, depositi, autoparchi, ma soprattutto collegamenti ferroviari e stradali, capaci di mettere i terminalisti portuali in condizioni di competere con i concorrenti europei.
Il Convegno si è concluso con l’avvio di un percorso nel quale sarà richiesto ai partecipanti di condividere l’approfondimento dei temi che saranno oggetto dell’incontro a “La Maddalena”. Con l’occasione l’Unione Piloti, insieme a Capitanerie di Porto e Marina Militare, ha voluto premiare coloro che si sono distinti per la loro professionalità in particolari situazioni.

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Pubblicato il
7 Maggio 2016

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