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In Adriatico per “passà a nuttata”…

LIVORNO – Era scontato, ma fa ugualmente male constatare che gli annunci della prossima Riforma, e la relativa decisione di un coordinamento centrale dei progetti di nuove infrastrutture portuali per evitare concorrenze suicide tra scali, non hanno fermato né le fughe in avanti – vedi Venezia con la sua megapiattaforma offshore – né le promesse dei politici a sostenerle.
[hidepost]Nel sito web di Decio Lucano, che è sempre molto puntuale sulle problematiche del mare, abbiamo letto di recente un’analisi seria e documentata sulla rissa tra Venezia e Trieste per la nuova “via della seta” a firma di Tobia Costagliola, con citazioni di un altrettanto documentato saggio del professor Antonio Selvatici. Pare che l’Adriatico ribolla dalla pioggia – promessa o quasi – di renminbi dalla Cina. Con tutte le speranze di forti investimenti stranieri ma anche le preoccupazioni di una “cinesizzazione” dei nostri scali. Con un ulteriore piccolo dettaglio: il megaoffshore di Venezia costerebbe al pubblico erario “solo” 950 milioni su un costo previsto di 2 miliardi. Non siamo certo in grado di dare valutazioni economiche né di elencare quanto si potrebbe fare di più e probabilmente meglio nei porti più specializzati con quel miliardetto scarso chiesto da Venezia: ma in difesa del nostro campanile non possiamo dimenticare che per la piattaforma Europa di Livorno il contributo dello Stato si aggira sui 50 milioni soltanto, e per ora solo promessi. Qualcosa non torna nella programmazione nazionale tanto decantata? O anche i ministri chiacchierano al vento solo per fare propaganda a se stessi, tanto “per passà a nuttata” come si dice in quella culla di saggezza che è la vecchia Napoli? Siamo ormai al 4 settembre, data di chiusura della presentazione dei curricula per le presidenze delle Autorità di sistema. Forse qualche risposta potrà arrivare proprio da qui. Aspettando con fede.
Antonio Fulvi[/hidepost]

Pubblicato il
3 Settembre 2016

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