Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Codognotto in Siberia missione (quasi) impossibile

Una spedizione che ha avuto tutti i crismi dell’avventura

TREVISO – In un mondo globalizzato potrebbe apparire cosa strana che alcune zone del mondo siano ancora difficili se non impossibili da raggiungere. Eppure, in alcuni luoghi della Siberia, effettuare consegne e spedizioni resta ancora un’impresa. È quello che ha pensato lo staff del Gruppo Codognotto, multinazionale veneta della logistica e dei trasporti con oltre 40 unità operative in tutto il mondo, nel momento in cui gli è stato chiesto di effettuare un trasporto con due vetture da Minsk, capitale della Bielorussia, a Yuzhno-Sakhalinsk, piccola località all’estremo opposto della Russia, giusto a nord del Giappone.
[hidepost]Un viaggio da 20.000 Km (andata e ritorno) di cui 10.000 Km percorsi in piena Siberia tra strade non asfaltate e ponti pericolanti. Il motivo del viaggio? Portare al comune di Yuzhno-Sakhalinsk macchine da ufficio acquistate dalla Bielorussia.
Il viaggio è iniziato a metà agosto concludendosi con successo solo il 5 settembre. Anton Sasnouski, amministratore delegato della Società Codognotto Bielorussia, ha spiegato che “è stato necessario attendere l’estate in quanto sarebbe stato impossibile effettuare il viaggio in qualsiasi altra stagione. I veri eroi della storia sono naturalmente i due autisti, Alesin Ihar e Ihar Kazimirovich, che hanno accolto la sfida con grande entusiasmo e spirito di avventura”.
Con 161 milioni di euro di fatturato, 950 collaboratori e una flotta di 600 motrici e 1.500 rimorchi, il Gruppo Codognotto (www.codognotto.com) è uno dei principali operatori italiani nel settore del trasporto stradale, dell’intermodalità, della logistica integrata e dei servizi via mare e via aereo. Codognotto Bielorussia è stata fondata nel 2010 e da allora il Gruppo gestisce regolarmente flussi di traffico in tutti i paese dell’ex Unione Sovietica.

[/hidepost]

Pubblicato il
14 Settembre 2016

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio