Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Il MIT richiama le Autorità portuali: niente scelte fino alle nuove Adsp

Con una dura circolare inviata a tutti i porti italiani
ROMA – Per qualcuno, sembra il refrain di quello storico capolavoro cinematografico che fu “Miracolo a Milano”. Ve lo ricordate? Mancano Tot giorni al Diluvio Universale! recitavano a varie riprese, con tempi sempre più accorciati, i protagonisti. Così sulla Riforma Delrio della portualità.
[hidepost]A briciole e bricioline, è saltato fuori prima un piccolo elenco di promossi (o graziati) con i nomi di D’Agostino, Giampieri e Prete rispettivamente in via di conferma a Trieste, Ancona e Taranto. Adesso, con una inattesa ma dura circolare ufficiale, il MIT (ovvero il ministero delle infrastrutture e trasporti) ha ricordato – visto che già qualcuno se ne stava dimenticando – che le Autorità di sistema portuale (Adsp) non possono diventare operative finché la loro costituzione non sarà perfezionata con l’istituzione dei nuovi organi. Ovvero non solo con i presidenti, ma anche con la strutturazione operativa nelle (eventuali) fusioni tra due o più Autorità portuali.
In questa fase, fino a quando non ci sarà in chiave operativa la nuova struttura, “le attuali Autorità portuali – dice testualmente la circolare – devono evitare atti che per il contenuto o per la durata siano suscettibili di incidere sulle competenze relative alla programmazione e pianificazione dei nuovi enti”.
Un richiamo che sembra fatto apposta per stoppare tutte quelle iniziative che possono creare di fatto situazioni precostituite per gli assetti dei porti; ma che sembra anche voler congelare ogni progetto in atto, con l’inquietante prospettiva per molti di essere poi considerati solo velleità del passato. E con una prospettiva di ulteriore allungamento dei tempi del trapasso.
Si ribadisce quindi, con la circolare in questione, che le Autorità portuali attuali devono limitarsi alla stretta ordinaria amministrazione, senza alcuna proiezione verso scelte strategiche che non siano coordinate – o approvate – dal MIT stesso. Ma delle scelte strategiche già in atto che avverrà? Tutto da chiarire, comprese le valutazioni se la tanto attesa Riforma sia davvero quello che i porti e il cluster marittimo attendono da anni. O se ci sia il rischio che la montagna stia partorendo un topolino (o peggio, una pantegana).
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
1 Ottobre 2016

Potrebbe interessarti

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora