Bacino, i rischi “nel” relitto
LIVORNO – Avanti adagio, quasi indietro: anche il recupero del bacino galleggiante “Mediterraneo”, che i tecnici della Benetti hanno riportato a galla dopo un anno dall’affondamento, sta scontando tempi biblici. Il bacino galleggia, ma il relitto della navetta oceanografica che è ancora incastrato sulla sua piattaforma non è in sicurezza e il magistrato non l’ha sbloccato. Fino a quando non sarà possibile entrare nel relitto il tutto rimane sequestrato. E il danno economico di oltre un anno di fermo è in crescendo.
[hidepost]Sembra che il problema della sicurezza del relitto potrà essere risolto solo con un intervento specializzato tra Vigili del Fuoco e tecnici della Benetti, predisponendo una “via” d’accesso che consenta ai periti del tribunale di visitare l’interno del relitto per completare l’inchiesta. Ci si sta lavorando, ma la stessa stagione, con le recenti sventolate e con il maltempo, non è d’aiuto. Per il cantiere Benetti, che già si è assunto il compito oneroso di rimettere in galleggiamento il bacino, ogni settimana di ritardo nella sua disponibilità rappresenta un costo, che a sua volta ricade sull’occupazione e sui programmi di vari e di refitting, che sono lavoro. Far presto, o almeno cominciare a far più presto, sta diventando un imperativo; e al ritorno dal salone internazionale dei mega-yachts a Miami, dove l’elezione del nuovo presidente degli Usa sembra aver dato una nuova spinta alla voglia di consumi nautici di alto bordo, l’ingegner Vincenzo Poerio CEO della Benetti si è augurato che le istituzioni prendano ancora di più a cuore la rapidità dell’indagine e una veloce “liberazione” del bacino.
A.F.
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