Raccordo FS in Darsena Toscana, via alla nuova stagione
Le caratteristiche tecniche dei treni/blocco e le prospettive di crescita dei traffici
LIVORNO – E’ un piccolo passo, nel generale programma di “cura del ferro” varato dal ministro Delrio: ma parafrasando una celebre frase del primo conquistatore della Luna, è un grande passo per il porto di Livorno. L’apertura del collegamento ferroviario tra la Darsena Toscana e la rete Fs, che due giorni fa ha visto partire il primo convoglio (sperimentale ma nemmeno tanto) è il coronamento di un progetto che Giuliano Gallanti aveva sposato con forza fin dal suo insediamento, consapevole che l’intermodalità logistica del presente – per non parlare del futuro ormai prossimo – è condizionata proprio dalle ferrovie.
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Più dell’inaugurazione del raccordo, ci interessa parlare delle potenzialità del nuovo tratto di ferrovia. Senza ignorarne i limiti, che del resto abbiamo anche di recente evidenziati nella speranza che si possa arrivare presto al “tombamento” dello sbocco dello Scolmatore e all’eliminazione dell’imbuto del ponte girevole. Una potenzialità, quella del raccordo, che è importante già nella sua realtà attuale; e lo diventerà sempre di più quando i tronchi di binario di circa 400 metri dentro il TDT saranno allungati sul sedime delle vasche di colmata (il progetto sta per partire) e quando sarà raccordata in pieno anche la sponda est della Darsena.
Con l’attuale lunghezza dei tronchi di ferrovia realizzati in TDT, la formazione di un treno-blocco standard, che è in genere di 750 metri, richiederà di operare su due binari e poi manovrare per agganciarli l’uno all’altro prima di procedere verso la rete nazionale. Un po’ di lavoro in più, ma non dovrebbe incidere sull’economicità del tutto. Sarà semmai importante organizzare al meglio il servizio di rimorchio e di avvio dei convogli in rete, per offrire alle compagnie dei contenitori collegamenti frequenti – meglio se schedulati rigidamente – con gli interporti del centro e del nord Italia. Ci contano sia a Bologna che a Padova, dove già sono stati programmati appuntamenti impegnativi. E ci conta il porto, che è consapevole delle chances offerte dal Fs Cargo con l’investimento in atto (e grazie anche agli investimenti della Regione) e con la nuova visione dell’Autorità di sistema con Piombino si prepara a un rilancio storico. Non dimenticando di essere stato, all’inizio della stagione dei contenitori, il primo porto del Mediterraneo. Solo acqua passata? A Livorno si spera di no.
A.F.
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