Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Ferrovie grandi opere e impegni

ROMA – Il nuovo collegamento ferroviario cargo tra il terminal livornese TDT e la rete nazionale FS rientra, come ha detto anche in altre occasioni l’amministratore delegato e direttore generale di RFI Maurizio Gentile, nel più generale impegno del gruppo e del governo con i fondi FCS del quinquennio 2015-2020. Toccano la sicurezza ma non solo.
[hidepost]Proprio nei giorni scorsi sono stati resi noti gli stanziamenti legati alla messa in sicurezza delle ferrovie più in generale, con un “focus” tutto speciale per il sud Italia (lo scandalo del sinistro di Barletta ha fatto correre finalmente le cose). Il Cipe ha messo a disposizione 300 milioni di euro, di cui ben 150 destinati al sud Italia con destinazione di 115 milioni alla Puglia e 46 alla Campania. C’è una clausola che oggi appare significativa: entro il prossimo giugno le Regioni dovranno sottoporre i relativi piani operativi al MIT altrimenti i fondi saranno annullati.
Sia il ministro Delrio, sia il governatore della Toscana Rossi, hanno ribadito quanto pochi giorni fa era stato anche dichiarato dal nuovo presidente del consiglio Gentiloni sulle priorità degli investimenti dello Stato: grandi opere, “cura del ferro” per ammodernare le ferrovie anche nei colli di bottiglia che oggi strozzano parecchi porti, sviluppo del cargo.
Il documento programmatico sulle infrastrutture viene confermato come punto focale per le scelte da finanziare con urgenza e dovrà essere approvato – è stato ribadito da Delrio – entro il prossimo aprile Altro appuntamento importante è legato al Fondo Infrastrutture di palazzo Chigi, con 1,9 miliardi a disposizione per il 2017. Come aveva detto anche lo stesso Gentiloni nel tracciare le linee del suo governo, c’è la possibilità di anticipare le disponibilità degli anni a venire (cioè dal 2018 in poi) tramite prestiti della Bei e della Cassa Depositi & Prestiti.
In sostanza, le grandi opere comprendono anche lo sviluppo del cargo ferroviario da e per i porti. E i finanziamenti dovrebbero esserci. C’è da capire solo se la collaborazione tra Stato centrale e Regioni (anche per gli impegni assunti dai vari governatori, come non si stanca di ripetere quello della Toscana Rossi per lo “scavalco” verso l’interporto Vespucci) potrà marciare meglio nel prossimo futuro. Non basta un brindisi comune davanti a una piccola tratta di binari (anche se importante per Livorno) per dare tutte le garanzie richieste.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
21 Dicembre 2016

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora