Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

La sorpresa: il CNEL risuscita con Marcucci

ROMA – Forse ci sarà tempo e modo per occuparcene più a fondo. Ma bisogna ammettere che la “rinascita” del CNEL, giunta quasi inaspettata come conseguenza minore del No al referendum costituzionale, può anche diventare un fatto positivo per la logistica e l’economia dei trasporti.
[hidepost]Tesi ardita, visto che il CNEL di ieri non ha brillato? Può darsi: però il suo re-insediamento di qualche giorno fa, con il sottinteso, sia pur signorilmente sfumato, “Ciaone” all’ex premier che l’aveva cancellato, ha dimostrato che la sculacciata s’è sentita. Tanto che proprio nella prima seduta l’invitato d’onore a far parte del felpatissimo consesso è stato il presidente di Confetra, cioè della Confederazione italiana che rappresenta tutte le anime della trasportistica. Si comincia a lavorare sul serio?
Nereo Marcucci, definito proprio in quell’occasione uno dei massimi esperti della logistica, ha svolto la sua analisi non solo sulle politiche nazionali della portualità e dei trasporti, ma anche su quelli che sono i punti di vista più sostenibili – e da sostenere – nella frenetica azione del ministro Delrio per i porti, per i trasporti, specialmente per quella che Delrio ha battezzato “la cura del ferro”.
Ricordiamo che Marcucci, livornese non certo di primo pelo, è noto per le lunghe esperienze in campo della logistica: primo presidente di Autorità portuale italiana nel 1998, due mandati ancora rimpianti da molti (malgrado il carattere), una lunga militanza in Contship Italia come manager di alto bordo, ora in Confetra come “number one” e consigliore mi dicono molto ascoltato del gruppo Neri, che non è esattamente un gruppetto. Il palmares insomma c’è.
E così mi diverte riferire, in questa occasione, il siparietto dell’inaugurazione del raccordo Fs dell’altra settimana in Darsena Toscana. Quando il sindaco Nogarin ha sostenuto che molti porti del Nord Italia hanno alla presidenza i sindaci – tesi forzata, sia pure a supporto di una legittima aspirazione a lavorare insieme porto e città – l’avvocato Gallanti non ha retto e gli ha risposto d’informarsi meglio (tradotto in livornese: di non dire cazzate). E L’aplomb di Marcucci è saltato, con uno spontaneo applauso a Gallanti, in coro con altri applausi. Pare che poi Nogarin sottovoce abbia poi contestato l’applauso a Marcucci, dandogli di fatto dell’ignorante in fatto di realtà portuali europee.
Perché cito questo episodio, tutto sommato minore? Perché il Marcucci incompetente secondo Nogarin è stato chiamato al CNEL come uno dei massimi esperti. Delle due, l’una: o il CNEL è fuori dal mondo ed aveva ragione Renzi a volerlo cancellare, o Nogarin è fuori lui. Scelta aperta, sui porti sono più propenso a credere nell’esperienza di Gallanti che di Nogarin, ma fate voi.
Buon anno a tutti e non me ne volete, anch’io ho diritto a guadagnarmi un po’ di carbone dalla Befana.
Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
28 Dicembre 2016

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio