Il Vespucci, ovvero il più grande retroporto
FIRENZE – La scelta strategica è stata fatta ormai da tempo: l’Interporto Vespucci di Guasticce, alla periferia di Livorno, è ormai inserito nel piano di sviluppo dell’area costiera toscana come retroporto del nuovo sistema portuale di Livorno e Piombino. E non solo sulla carta, con i programmi della Regione Toscana: basta passare sulla superstrada Livorno-Pisa-Firenze per vedere che l’aspetto più caratterizzante del Vespucci sono le pile di contenitori delle più svariate compagnie, uno spettacolo da grande porto asiatico.
Ma non è certo tutto qui.
[hidepost]Chiusa la parentesi della valorizzazione prima di tutto immobiliare, il management del Vespucci, con il presidente Rocco Guido Nastasi e il direttore generale Bino Fulceri, ha puntato e continua a puntare sui servizi alle merci ed alle aziende. E’ stata realizzata in tempi record la stazione della “pesa” dei containers imposta dall’IMO, che funziona bene e rappresenta un buon supporto ai terminal containers del porto di Livorno. E’ in fase di rafforzamento la struttura ferroviaria che una volta realizzato lo “scavalco” (già finanziato e in via di partenza) collegherà direttamente su binario le banchine con il retroporto rendendolo di fatto un tutto unico. Il raccordo ferroviario tra la Darsena Toscana e la rete nazionale RFI ha già ricadute positive sull’intermodalità anche del Vespucci. La recente approvazione del “Ferrobonus” e del “Marebonus” in ambito Ue a sua volta avrà vantaggi per il Vespucci, dove l’intermodalità tra gomma, ferro e nave è uno degli elementi “culturali” caratterizzanti della gestione del centro. E per le aziende che già operano nella struttura – molte delle quali hanno pagato il fio del noviziato quando ancora il Vespucci era un qualcosa alla ricerca della propria identità – le linee guida sono tracciate finalmente con decisione.
C’è anche, nel quadro degli interporti del centro Italia, uno spazio specifico che non ha corrispettivi. Perché il Vespucci è un vero retroporto, come non esistono in altri scali del Tirreno: immediatamente alle spalle del porto, collegato alle banchine per strada e alla rete ferroviaria con le rotaie, ha servizi di tutti i tipi destinati ai Tir che in questo modo possono alleggerire l’impatto con le banchine stesse e hanno tutti i supporti necessari. Gli insediamenti delle imprese confermano che la posizione geografica è strategica: e lo sarà ancora di più quando il complesso ma già avviato piano della Regione Toscana per il rilancio dell’area costiera entrerà in pieno vigore. Vanni Bonadio, presidente di Toscana Logistica – l’azienda regionale toscana che si occupa del comparto – va dicendo da almeno un anno che il Vespucci diventerà il perno centrale di un “sistema” non solo trasportistico di tutta l’Italia centrale, con veloci raccordi non solo con i porti di Livorno, Piombino e in parte Carrara, ma anche e specialmente come “nodo” delle reti TEN-T europee.
Una visione che ha già visto l’Autorità portuale di Livorno entrare nel board del Vespucci e che una volta completato l’assetto definitivo dell’Autorità di sistema portuale Livorno/Piombino sarà certamente rafforzata sul piano sia azionario che operativo, con la prospettiva di un polo della logistica davvero benedetto dalla geografia e dal costante impegno per uscire, finalmente, dall’antica palude che fu all’inizio.
[/hidepost]