Gallanti in congedo da Livorno: in eredità la Piattaforma Europa

Giuliano Gallanti
LIVORNO – Un saluto che alla fine ha avuto poco di formale e molto di rispettoso affetto. Così a palazzo Rosciano, il congedo dell’avvocato Giuliano Gallanti all’Autorità portuale labronica, al personale e alla stessa città. Senza recriminazioni da parte dell’ex presidente e ad oggi ancora commissario governativo, ma con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per ridare al porto di Livorno una dimensione europea che forse si era un po’ perduta negli ultimi tempi. Errori, sottovalutazioni, ritardi? Tutto può e deve essere perfettibile – è il Mantra a palazzo Rosciano – ma citando i risultati dei traffici del 2016 Gallanti si è detto sicuro di aver fatto il possibile e di aver avuto risultati importanti.
[hidepost]Dei traffici abbiamo già parlato di recente, quindi saltiamo a piè pari cifre e consuntivi: più containers, molte più auto allo sbarco, incrementi a due cifre per i traffici ro/ro (e sulle esigenze di questi ultimi Gallanti aveva recentemente ammesso che il porto non ha saputo dare tutte le risposte chieste dagli armatori), forti aumenti per i forestali, buoni incrementi per le crociere. Le amare note – ma sfumate rispetto a quello che è stato il vero cruccio di Gallanti – sono semmai la conflittualità interna del porto, per quella che secondo l’avvocato continua ad essere una visione troppo personalistica degli operatori, più tesi a difendere i propri business che non a operare tutti insieme per far crescere ancora il porto.
Al di là delle parole ufficiali, del regalo-ricordo di rito e dei ringraziamenti, che ricordo lascia l’avvocato Giuliano Gallanti nel porto di Livorno? I punti di vista possono essere molteplici: ma tutti concordano sul fatto che Giuliano Gallanti ha portato a Livorno la visione di un grande porto, riallacciandosi idealmente a quando lo scalo era, non solo ai tempi del Granducato di Toscana, uno dei primi del Mediterraneo. Con importanti relazioni internazionali – Gallanti è stato, oltre a presidente del porto di Genova, anche dell’associazione dei porti europei – poliglotta con doppia cittadinanza italiana e francese, ottimi rapporti con gli armatori ma con qualche insofferenza per le piccole beghe di pollaio, Gallanti ha guardato quasi sempre oltre l’orizzonte, concentrando la sua azione sui grandi progetti, a cominciare dalla piattaforma Europa. Qualche volta Livorno gli è andata stretta, come città e anche come porto, lasciando la gestione del quotidiano alle singole direzioni e alla supervisione del poliedrico segretario generale. Qualcuno gliel’ha rimproverato, a torto o a ragione.
Nel quotidiano, l’età “matura” non aiuta e per Gallanti non ha fatto eccezioni. Ma quando ci sono state decisioni importanti da prendere, non si è tirato mai indietro. Ne riparleremo, vediamo un po’, eccetera non sono stati il suo motto. Non l’abbiamo mai sentito alzare la voce. Da genovese (adottivo) semmai ha fatto economie di parole, ma in un mondo di tante chiacchiere noi non lo consideriamo un difetto.
Dopo l’incontro di ieri con la stampa, c’è stata una bicchierata riservata con il personale, con reciproci ringraziamenti, abbracci e la solita manfrina. Per il porto si chiude un capitolo importante, che non è solo per la Riforma. L’ingegner Stefano Corsini, il successore designato, diventa la scommessa per quello che è ormai il presente. Gallanti lo aspetta con le chiavi di palazzo Rosciano. Per ribadita affermazione dell’avvocato, forse un politico – in grado di rapportarsi con maggiore esperienza alle istituzioni che “pesano” per il porto – avrebbe avuto per il futuro dell’Authority la vita più facile. Ma staremo a vedere: mai dire mai.
A.F.
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