Parte l’accordo CETA Ue-Canada molti i riflessi su porti e logistica
BRUXELLES – Entrerà in vigore, in termini reali, probabilmente dal 1º aprile prossimo: ma sul CETA, l’accordo commerciale bilaterale firmato tra Unione Europea e Canada, pesano i 254 no del parlamento europeo, sebbene i si siano stati 408. Contrario all’accordo tutto il settore dell’agro-alimentare italiano. Secondo il ministro italiano dello sviluppo economico Carlo Calenda invece “i vantaggi per il nostro paese saranno numerosi e importanti”.[hidepost]
Secondo la commissione UE, l’accordo porterà un aumento del Pil europeo di 12 miliardi di euro l’anno. Vengono soppressi dazi doganali per 500 milioni di euro all’anno. Il nostro export dovrebbe avvantaggiassi per l’alimentare nei formaggi, pasta e biscotti, vini, liquori, macchinari industriali, mobili, calzature.
Un elemento che potrebbe portare a ricadute importanti anche in campo marittimo e portuale riguarda la liberalizzazione dei servizi e degli investimenti. Le imprese italiane ed europee potranno concorrere alla fornitura di servizi nei settori marittimi specializzati (anche rimorchio, assistenza alla navigazione, dragaggi e nella movimentazione dei containers nei porti canadesi). Analogamente si apre il mercato dei trasporti anche terresti in tutto il Canada e sono aperte infine le gare d’appalto pubbliche in molti settori della logistica.
Come sempre, le buone intenzioni dei trattati vanno verificate sui fatti. Ma l’accordo CETA (acronimo di Comprehensive Economic and Trade Agreement) pur avendo incontrato sostanziose opposizioni, specie con la Vallonia belga, ha almeno nelle sue premesse importanti sviluppi anche di principio. E’ in sostanza un tentativo di andare contro il crescente protezionismo statale degli USA di Trump, ribadendo la politica dei liberi mercati. Da vedere, ovviamente, chi la spunterà nella sfida: anche perché Canada e UE sono oggi vasi di coccio (o quasi) a fronte dei vasi di ferro (Usa, Cina, la risorgente Russia) che si stanno scontrando a livello globale.
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