Superpista: ma servirebbe davvero?
PISA – Nessuno, nello staff di vertice dell’aeroporto pisano, lo ammetterebbe ormai nemmeno sotto tortura: però che a Firenze stiano aumentando i problemi per la pista da 2400 metri forse ai pisani non dispiace del tutto. Oggi i due aeroporti sono un’unica società e quindi guai a fare il tifo per la torre pendente. Ma sono in molti, anche nel mondo della logistica aeroportuale, a chiedersi se davvero la super-pista per Firenze sia tanto necessaria, specie oggi che il piano nazionale degli aeroporti sta cercando di razionalizzare strutture e collegamenti, per dare un taglio alla stagione dei troppi progetti campanilistici.[hidepost]
Il ragionamento che circola è oggettivamente logico: perché creare tanti problemi anche di sicurezza a Firenze quando nel raggio di meno di cento chilometri, e con collegamenti veloci in opera, ci sono due aeroporti come Bologna e Pisa che hanno piste sufficientemente lunghe da poter accogliere tutti i vettori aerei più grandi? Da Firenze si va a Bologna in poco più di 40 minuti di treno superveloce, o con l’autostrada che ha eliminato – dopo le ultime varianti – i tratti più lenti e pericolosi. Tra Firenze e Pisa la distanza è ancora minore: e con il trenino che da sabato collega il Galilei alla stazione ferroviaria si può dire che i tempi per raggiungere lo scalo pisano da Firenze e dall’area interna della Toscana sono inferiori a quelli che occorrono a Londra per i suoi aeroporti, o a Parigi per il de Gaulle. Semmai si potrebbero risparmiare polemiche, risorse pubbliche (e private) e anche tempi migliorando i collegamenti ferroviari tra Firenze e la costa, che con le “tradotte” attuali sono davvero eccessivi. Basterebbero tre o quattro convogli veloci al giorno per fare anche del Galilei l’aeroporto fiorentino per i più grandi vettori aerei.
Tutto sbagliato, come ragionamento? Se così fosse, saremmo in tanti a sbagliare.
Antonio Fulvi
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