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Monfalcone e l’opzione triestina

TRIESTE – Operatori e istituzioni del territorio concordi nel prospettare grandi opportunità dall’unione dei porti di Trieste e di Monfalcone. Entro qualche settimana, infatti, verrà firmato il decreto che porterà i due scali sotto un’unica governance: l’Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico Orientale, guidata da Zeno D’Agostino.

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Nel frattempo sta per iniziare, a Monfalcone, una prima fase di dragaggi per l’aumento dei fondali e quindi per consentire l’ormeggio contemporaneo di più navi di pescaggio superiore a 10 metri. Lo ha annunciato al Propeller Club di Trieste la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, durante la conviviale che ha visto presenti anche il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza e due importanti operatori portuali della regione quali Enrico Samer (presidente della Samer & Co. Shipping Spa, specializzata nel traffico ro-ro delle Autostrade del Mare fra Trieste e la Turchia) e Raffalele Bortolussi (amministratore delegato della Mar-Ter, casa di spedizioni facente parte del Gruppo Mar-Ter Neri, con sedi a Monfalcone e Livorno).

«Abbiamo tre porti molto diversi ma complementari. Abbiamo anche tre interporti – ha detto Serracchiani descrivendo la situazione in Friuli Venezia Giulia – che devono essere messi in rete per potere incrementare il traffico. In questi anni abbiamo cercato di semplificare le varie procedure, anche perché la governance di Monfalcone (lo scalo è gestito dall’Azienda Speciale della locale Camera di Commercio, ndr) è estremamente complessa con una somma di diverse competenze. Da domani lavoreremo più speditamente, eliminando quelle che erano delle liturgie».

I forti investimenti infrastrutturali privati e lo sviluppo del sistema ferroviario sono stati indicati da Enrico Samer come i principali fattori che incideranno sullo sviluppo sinergico dei due porti.

«Unendo Trieste e Monfalcone avremo maggiore competitività a livello internazionale. Monfalcone – ha sottolineato Samer – ha spazi e strutture per il cabotaggio, ma soprattutto per i carichi di massa, mentre a Trieste il Piano regolatore è già approvato, sono programmati investimenti privati sui Moli V, VI e VII, e sono già iniziati i lavori per la Piattaforma logistica.

Una delle aspettative maggiori che derivano dalla prossima unione dei due scali è senz’altro quella relativa alla riduzione dei passaggi burocratici ed alla conseguente maggiore velocità nelle decisioni. A questo proposito è intervenuto Raffaele Bortolussi, elencando i lunghi anni di stasi per i progetti di sviluppo del porto di Monfalcone, su tutti quello dell’escavo del canale di accesso per aumentare il pescaggio consentito alle navi.

«Gli operatori sono sempre stati molto favorevoli all’unione dei due porti. A noi interessa rendere più competitivo lo scalo» ha detto Bortolussi, ricordando però come già dalla metà degli anni ‘80 è iniziata la richiesta di passi importanti per lo sviluppo di Monfalcone, e come solo negli ultimi anni la gestione regionale abbia indirizzato verso soluzione dei problemi.

«Il Comitato di gestione previsto dalla riforma della legge sui porti – ha detto il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza – consentirà di accelerare le decisioni, ma è grazie alla collaborazione tra enti, come sta avvenendo ora, che si possono ottenere questi risultati».

Il presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini, prima di dare il via alle serie di domande che hanno seguito gli interventi dei relatori, ha voluto attirare l’attenzione sulla necessità di consentire ai privati di potere investire anche a Monfalcone, così come già fatto a Trieste. Il presidente Zerbini ha ricordato, infatti, che nel porto di Monfalcone non è presente, ad oggi, la figura del terminalista così come identificata dall’articolo 18 delle Legge 84/94. Una figura che, a fronte di una concessione di aree e banchine di durata parametrata all’investimento privato, può realizzare infrastrutture in modo da potere garantire, anche gestendo la banchina assegnata, alle compagnie di navigazione la certezza d’ormeggio per le proprie navi che arrivano a giorni fissi, come il mercato richiede. «Va ringraziata la presidente Serracchiani – ha aggiunto Zerbini – per avere voluto ed essere riuscita a mantenere l’autonomia del porto di Trieste rispetto a quello di Venezia nella nuova legge di riforma, mentre vorrei sottolineare come la collaborazione in essere tra politici appartenenti a schieramenti diversi dà, finalmente, l’opportunità di lavorare congiuntamente per la crescita economica ed occupazionale dei porti di Trieste e di Monfalcone e del territorio regionale tutto».

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Pubblicato il
19 Aprile 2017

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