Visita il sito web
Tempo per la lettura: 3 minuti

Le patate bollenti di Corsini

Stefano Corsini

LIVORNO – La premessa può sembrare scoraggiante: sulla “governance” delle Autorità di sistema siamo ancora a metà del guado e il caso Livorno, con il ping-pong tra Authority portuale e Comune è diventato il paradigma delle tante incertezze. Ma solo gli ingenui possono credere che il problema sia limitato a una scelta tecnica. L’influenza della politica – quella nazionale e quella locale, qualche volta l’un contro l’altra armata – continua ad essere presente e in molti casi determinante.

[hidepost]

Rimaniamo al paradigma Livorno, per semplificare. Il presidente Stefano Corsini, ingegnere con grande esperienza nell’ambito del ministero ma nessuna nella gestione portuale quotidiana, si è trovato paracadutato a palazzo Rosciano contro la sua aspirazione a presiedere l’AdsP di Venezia. Pazienza: ha fatto buon viso a cattivo gioco. Probabilmente sperava che Livorno, non grandissimo porto sempre gestito nell’ambito di un Pd quasi egemone, fosse relativamente facile da timonare. Si è invece trovato con una realtà interna all’Authority con pesanti scontri tra le direzioni, con un iper-potere del segretario generale che grazie all’indubbia competenza e abilità ha operato in modo tentacolare sui più delicati temi dello scalo, e con un sindaco anti-Pd aggressivo, del tutto contrario a riconoscere l’autonomia gestionale dell’Authority e supportato in questo a livello nazionale (Nogarin è anche presidente dell’associazione delle città portuali italiane). Senza contare i temi dell’operatività del porto, a cominciare dallo scontro Grimaldi-Onorato per i ro/ro, la carenza di aree per i traffici di auto, le strategie in corso per la gara sulla piattaforma Europa. E tanto altro.

*

Vogliamo dire di più? Per l’organigramma interno a palazzo Rosciano, il nuovo presidente è ancora un Ufo: dopo quasi due mesi, ha avuto scarsissimi incontri con la sua struttura, che ovviamente se ne lamenta a denti stretti. Un certo atteggiamento “alla romana” lo fa trovare in sintonia con il segretario generale, ma non con la “livornesità”. Piccole cose, se vogliamo, di pessimo gusto: ma reali.

Corsini ha alcuna patate bollenti tra le dita. La prima è la scelta del segretario generale. Comprensibile che abbia accettato il suggerimento del predecessore Gallanti per tenersi Provinciali almeno nel trapasso, vista la competenza e l’intraprendenza del soggetto. Ma nei corridoi si sussurra che le pressioni per cambiare segretario generale e quelle per tenere l’attuale si bilancino. Hanno perso smalto i sostenitori del pur bravo e competente Luciano Guerrieri di Piombino (sostenuto dal sottosegretario all’ambiente Silvia Velo, che schierandosi con Orlando ha perso la battaglia contro Renzi nel Pd); per lui, secondo il senatore Marco Filippi – indiscrezione da un incontro Pd dei giorni scorsi – si profilerebbe la presidenza dell’interporto Vespucci, ma anche qui si potrebbe trovare la strada sbarrata da Provinciali se quest’ultimo venisse sostituito a palazzo Rosciano. Da chi? Circolano i soliti nomi. che non è detto siano i soli attendibili: Roberta Macii di Piombino, Matteo Paroli oggi a Ravenna (hic manebimus optime, ha fatto sapere: ma mai dire mai), il comandante cavaliere Nerio Busdraghi delle Capitanerie di porto a fine carriera, l’ex sindacalista Mario Sommariva (a Trieste dove lo tengono ben stretto: ma anche in questo caso, mai dire mai) eccetera. Secondo Filippi – voce dal sen fuggita? – Corsini sarebbe tentato di tenere Provinciali almeno per un anno, in attesa che la riforma Delrio sia davvero in funzione completa. Nel frattempo c’è da completare l’organico del sistema: con una direzione portuale a Piombino e una fusione-semplificazione delle direzioni generali delle due Autorità. Parlare di lana caprina è semplificare.

Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
10 Maggio 2017

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora