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Ravenna, avanti tutta sull’Hub

Daniele Rossi

Nel corso degli ultimi anni il porto di Ravenna è stato spesso oggetto di polemiche e di atteggiamenti critici verso governo e associazioni. Con il presidente Daniele Rossi si è cambiato regime, con l’aiuto del segretario generale Paolo Ferrandino, vecchia volpe di Assoporti. Ecco l’intervista.

RAVENNA – L’Autorità di Sistema dell’Adriatico centro-settentrionale è tra le tre – su quindici – incentrata su un solo porto, nel suo caso Ravenna. Per quali caratteristiche si è scelta questa formula quando inizialmente si era parlato di un possibile sistema con Ancona?

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Ravenna è il porto di naturale riferimento della Regione Emilia-Romagna, che nel 2016 si è confermata la Regione con il più alto tasso di crescita pari all’1,3% a fronte dello 0,9% medio nazionale, e il cui comparto industriale, in particolare il manifatturiero, ha registrato nel 2016 una crescita del 2,1 per cento. Oltre ad essere lo sbocco a mare naturale di gran parte dell’area produttiva della pianura padana e del Nord Italia. Non a caso dal porto di Ravenna transitano oltre settemila treni all’anno. In questo contesto l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale amministra un Porto che negli anni è diventato primo in Italia nella movimentazione di merci varie, secondo in Italia per quella di rinfuse solide e settimo per movimentazione complessiva, con circa 26 milioni di tonnellate di merci movimentate. Sicuramente sono possibili sinergie con Ancona per investimenti specifici e non vi è dubbio che le valuteremo con attenzione con l’obiettivo di rafforzare sempre di più la capacità operativa della portualità adriatica.

Negli obiettivi della riforma Delrio, le Autorità di Sistema devono puntare a fare una “rete” non solo nazionale ma europea per un assetto logistico che sviluppi in chiave allargata le potenzialità del territorio guardando oltre i propri confini. Quali sono i progetti più significativi per Ravenna?

I progetti che stiamo portando avanti sono tanti, ma il più significativo è la realizzazione dell’“Hub portuale Ravenna 2017”, sul quale siamo concentrati da tempo e che rappresenta la sfida più impegnativa con la quale dobbiamo misurarci in questi mesi.

Il progetto prevede nella prima fase l’escavo dei fondali a -12,5 metri, che consideriamo l’obiettivo più soddisfacente a cui è possibile arrivare in tempi ragionevoli. In una prospettiva di più lungo periodo certamente il porto avrà bisogno di fondali maggiori. Ora portiamo a termine ciò che è realisticamente fattibile e poi andremo avanti per il raggiungimento, in una fase successiva, di fondali a -14,5 metri. Sarà essenziale per questo ulteriore obiettivo avere a disposizione un impianto per il trattamento del materiale di risulta dagli escavi, per la realizzazione del quale stiamo lavorando.

Il Progetto “Hub portuale di Ravenna 2017” non prevede solo escavi, ma anche la realizzazione di nuove piattaforme logistiche da destinare al potenziamento dei servizi di trasporto intermodali. Questa possibilità di valorizzare aree retroportuali è una delle caratteristiche del nostro Porto sulle quali dobbiamo maggiormente puntare perché a Ravenna abbiamo una disponibilità di aree in area portuale per oltre 200 ettari, che possiamo destinare a nuove piattaforme logistiche e questo costituisce un grande vantaggio rispetto ad altri scali italiani.

Nel progetto sono previsti anche interventi di potenziamento dei collegamenti, stradali e ferroviari che devono rendere più facile e veloce l’entrata e l’uscita delle merci in Porto. Stiamo lavorando con R.F.I. per rendere più agevole la circolazione dei treni all’interno dell’area portuale e velocizzare i tempi di percorrenza, con l’obiettivo di aumentare del trenta per cento il numero di 7200 treni che nel corso del 2016 sono transitati nel porto di Ravenna.

Parallelamente stiamo potenziando i servizi portuali, anche attraverso la digitalizzazione dei processi. Recentemente abbiamo sottoscritto un Protocollo con il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, per la realizzazione di un sistema VTS (Vessel Traffic Service) capace di incrementare la sicurezza, accrescere l’efficienza del traffico marittimo e, al contempo, proteggere l’ambiente.

Presidente, lei è tra i più giovani delle Autorità di sistema: in compenso è tutt’altro che “paracadutato” a Ravenna, che conosce benissimo per avervi lavorato sia in Eni, Saipem, cantiere Rosetti, etc.

Quali sono i punti di forza, ad oggi, del suo “sistema”?

Come dicevo prima, la posizione strategica del porto rispetto all’area produttiva del Nord Italia ne fanno uno strumento essenziale per qualsiasi sistema logistico integrato. Ugualmente la presenza di una estesa linea ferroviaria nel porto che praticamente raggiunge tutti i terminal e la disponibilità di grandi aree in ambito portuale ancora da sviluppare costituiscono una opportunità unica. Ma il vero punto di forza credo sia rappresentato da servizi di avanguardia, grazie anche al fatto che ampie aree portuali sono di proprietà di privati operatori e questo ha sicuramente favorito una ingente politica di investimenti. Non ultimo la grande attenzione che Autorità di sistema, Capitaneria di Porto, Dogane e le altre amministrazioni pubbliche hanno mostrato allo sviluppo degli strumenti informatici ed alla digitalizzazione dei processi che hanno reso nel tempo sempre più efficiente la movimentazione delle merci in porto.

Il vostro comitato di gestione è stato il primo o tra i primi ad essere completato, segno di collaborazione tra istituzioni.

Qual’è il suo parere sulla polemica in corso in merito ai sindaci nei comitati?

Ho apprezzato molto la scelta intelligente del Sindaco di Ravenna e del presidente della Regione di nominare come loro rappresentanti nel Comitato di Gestione due  professioniste capaci ed esperte della materia, lontane da ogni strumentalizzazione politica, che potranno dare un contributo fondamentale alla gestione di un Ente complesso. Credo questo sia il modello da seguire se vogliamo portare rigore ed efficienza in un settore cruciale per l’economia del Paese.

Come tutti i porti-canale, Ravenna deve mantenere un impegno costante per i dragaggi e il mantenimento del Candiano.

Ritiene che le nuove normative nazionali per dragare i porti siano finalmente adeguate e realistiche?

Sono stati fatti passi avanti, ma il sistema è ancora troppo complesso. Mi rendo conto che si tratta di un aspetto molto sensibile per le problematiche ambientali che comporta, ma mi auguro che le normative attuali possano essere ulteriormente riviste con l’obiettivo di una maggiore certezza, semplicità e celerità dei processi amministrativi. Se vogliamo un Paese competitivo che produca lavoro e ricchezza dobbiamo disporre di norme certe, non soggette alle interpretazioni più disparate, che consentano di valutare a priori la fattibilità ed i tempi degli investimenti necessari per lo sviluppo.

Nel passato ci sono stati attriti tra l’Autorità portuale e alcuni dei privati titolari di terminal o aree affacciate sul canale.

Com’è oggi la situazione?

Viviamo oggi una situazione di stima e collaborazione forte fra tutte le Istituzioni e gli operatori privati grazie alla quale riusciremo a portare a termine un’attività progettuale che da troppo tempo attende di essere realizzata.

Si continua a ritenere, da parte di alcuni, che 15 Autorità portuali di sistema siano troppe per l’Italia. Ravenna però confermerebbe che lavorando sulle specializzazioni dei traffici – come l’agroalimentare ma anche le rinfuse solide per la ceramica, i metallurgici eccetera – si può essere non solo importanti ma anche leader. I recenti incrementi dei collegamenti ro/ro anche con la Sicilia hanno aperto nuove prospettive.

Quali gli sviluppi?

Le 15 Autorità di Sistema risultanti dalla riforma voluta dal Ministro Del Rio possono gestire in modo efficiente la portualità italiana e garantire il necessario coordinamento con la struttura centrale del Ministero. Considerata la complessità e specificità dei problemi dei porti italiani, non credo siano troppe. In ogni caso ci saranno sicuramente nei prossimi anni momenti di riflessione sul funzionamento del sistema. Per quanto riguarda il porto di Ravenna, credo che con 26 milioni di tonnellate movimentate, oltre 7200 treni in transito in porto e 77000 rimorchi imbarcati dal nostro terminal verso Grecia e sud Italia, nonché gli importanti investimenti in corso, si confermi il ruolo fondamentale come Hub logistico nel sistema della portualità italiana. La disponibilità a breve di fondali più profondi e di nuove aree retroportuali attrezzate sia per la movimentazione di container che per ampliare il trasporto di rimorchi, ma anche per l’insediamento di nuove attività logistiche e produttive, ci consentirà di portare sul mercato della logistica portuale un’offerta unica in termini di servizi e di spazi. Possiamo dire una che rappresenterà una prospettiva industriale nuova, legata alle opportunità della logistica portuale, e contribuirà a creare opportunità di lavoro e di sviluppo.

Uno dei temi del momento, destinato ad avere sempre più importanza, è quello della difesa ambientale, dei carburanti navali “green” e delle relative reti.

Ravenna come si colloca?

Il Porto di Ravenna è molto attento ai temi dell’ambiente e delle energie rinnovabili. L’Autorità di Sistema non a caso partecipa a diversi progetti europei, tra i quali Green Port e Clean Port, che sono incentrati esattamente su questi temi. Nello specifico puntiamo molto sugli investimenti nel settore ferroviario, con l’intento nell’arco dei prossimi quattro anni di aumentare dal 13 al 30% le merci che viaggiano su treno, anche per ottenere significativi benefici ambientali.

Per quanto riguarda i carburanti navali “green”, nel Porto di Ravenna sarà realizzato un impianto di stoccaggio e distribuzione del gas naturale liquefatto (GNL), che oltre a rappresentare una opportunità di sviluppo per tutto il porto ed un ulteriore fattore della sua competitività, contribuirà al recepimento ed all’attuazione di quanto disposto dalla nuova normativa in vigore dal gennaio 2020 relativamente al divieto di utilizzare carburanti inquinanti per il trasporto marittimo. La relativa procedura autorizzativa è in corso e speriamo si concluda al più presto.

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Pubblicato il
5 Luglio 2017
Ultima modifica
11 Luglio 2017 - ora: 15:28

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