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Quei nomi e i nodi di lunedì

LIVORNO – La gatta da pelare che il presidente Corsini si trova tra le mani, ovvero l’indicazione del segretario generale per il suo “sistema” portuale, ha una singolare caratteristica: la mancanza di una consultazione con i livelli livornesi, mentre risulta che l’intera operazione venga condotta mano nella mano con il ministero competente, e in particolare con la sua componente politica. Scelta legittima, visto che Corsini non ha fatto mistero del fatto che i sistemi portuali oggi hanno come referente fondamentale il governo centrale assai più del territorio. Ma alla quale il porto non sembra ancora abituato.

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Se l’istanza con il “niet” di Nogarin non dovesse avere effetto – e forse oggi si saprà già com’è andata – il comitato di gestione si riunirà lunedì mattina con solo tre membri: il presidente, il rappresentante del Comune di Piombino e il rappresentante della Regione. Forse parteciperà anche il direttore marittimo, che comunque per legge può intervenire solo sui temi della sicurezza (limitazione che il Corpo delle Capitanerie continua a contestare) e che proprio tra lunedì e giovedì ha da tempo in programma le visite istituzionali per il prossimo cambio di comando. Prevedibile dunque una sua “toccata e fuga” che non dovrebbe comportare giudizi né voti. Forse meglio così per Corsini, perché Di Marco sull’intera vicenda ha le sue idee assai indipendenti.

Il sindaco Nogarin da parte sua è intervenuto su Facebook. “Livorno è il teatro di una battaglia politica durissima – ha scritto – tra chi vuole congelare e conservare il proprio potere e chi invece vuole rendere finalmente trasparente la gestione del porto con tutto ciò che ne consegue. Aprire le porte dell’Autorità di sistema ai cittadini, evidentemente, non piace a qualcuno che è disposto a forzare ogni regolamento per difendere il proprio potere. È contro questo sistema che noi continueremo a combattere e lo faremo nell’unico modo possibile, in punta di diritto, davanti a un giudice”. La conferma o meno di Massimo Provinciali – che sembra il vero nodo del comitato – diventa dunque di competenza di tre membri del comitato: il presidente, il portavoce di Piombino e quello della Regione. Quest’ultimo, Vanni Bonadio non si è fatto stanare dalle nostre domande. “Non è mio compito cercare gli equilibri nella governance di Livorno” – ci ha detto ricordando di essere stato nominato e quindi di essere solo portavoce delle scelte dell’organismo regionale – “ma è mia ferma volontà contribuire a far funzionare al meglio gli equilibri che auspico possano essere trovati per la realizzazione dei grandi progetti per Livorno e Piombino”. Criptico? Più che altro prudente, visto che ancora ieri si giocava sui nomi, nel vuoto di consultazioni locali lasciato da Corsini.

Già, i nomi. Provinciali a scadenza, come qualcuno ipotizza? Scadenza che potrebbe essere l’ormai vicina (troppo vicina?) fine dell’anno, oppure la presentazione del nuovo progetto della Darsena Europa, oppure… In alternativa, anche per dare spazio e giusto peso a Piombino, non è mai tramontato il nome di Nerio Busdraghi, alto ufficiale della Capitaneria e gradito un pò a tutti. Si è parlato di una candidatura di Roberta Macii, smentita (duramente) da lei stessa e dal presidente di Civitavecchia Di Majo. Altro gradito sarebbe stato Matteo Paroli, che però sta benissimo ad Ancona. Una auto-candidatura di Paola Mancuso è stata confermata: come risulta che siano piovute altre auto-candidature da mezza Italia. Corsini “Cunctator” lunedì scoprirà le sue carte, e non sono escluse sorprese. Sia la mattina (comitato) sia il pomeriggio (monitoraggio regionale). Aspettando poi da Roma il decreto (o i decreti) “correttivi” della riforma, preannunciati per il 15 settembre. Coraggio, per il sistema  del Tirreno settentrionale sarà un autunno davvero pieno.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
2 Settembre 2017

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