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Il marmo di Carrara spinge del 10,6% l’export

CARRARA – Il marmo di Carrara (protagonista anche quest’anno della Fiera Marmomacc di Verona, alla quale è presente con 110 aziende) archivia il primo semestre del 2017 con una crescita del 10,6% nell’export e accelera, attraverso le sue aziende più importanti, sia sul fronte dell’innovazione tecnologica sia su quelli paralleli della sicurezza e della tutela dell’ambiente. Significativamente anche l’export di “lavorati”, in un momento di stagnazione, a fronte di un calo nazionale del 3,7%, è in tenuta, in linea con il -0,6% del corrispondente periodo 2016; e ciò a conferma della qualità delle lavorazioni e della capacità di penetrazione commerciale degli operatori.

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Con un valore dell’export lapideo della provincia di Massa Carrara che costituisce il 32% dell’export provinciale, e con la graduale riconquista di un ruolo di capofila fra i prodotti simbolo del made in Italy, l’industria del marmo di Carrara è impegnata su due fronti di profondo cambiamento. Da un lato, su quello della innovazione tecnologica, dall’altro, nella concretizzazione degli obiettivi di sostenibilità tracciati mesi orsono attraverso il Bilancio Sociale e Ambientale.

Proprio a Verona (alla vigilia dell’assemblea di Confindustria Livorno-Massa Carrara che si terrà il 3 ottobre presso la Fiera di Marina di Carrara e che sarà incentrata su Industria 4.0), le imprese toscane si presenteranno con decisione sotto la bandiera dell’innovazione forti di sistemi di ricostruzione 3D collegati a macchine a controllo numerico, robot antropomorfi per la gestione e l’intervento sulle lastre di marmo e su eventuali difetti, nonché un software che consente la scannerizzazione delle lastre con una risoluzione perfetta creando, fra l’altro, un link ottimale con progettisti di interni e architetti.

Sul fronte ambientale, facendo seguito alla recente presentazione da parte di Confindustria Livorno-Massa Carrara, è in fase di definizione un protocollo sulla gestione in cava dei residui di produzione (scaglie, pietrisco e polveri più fini) concordato con Arpat e con le altre istituzioni di controllo.

“Abbiamo offerto – sottolinea Erich Lucchetti, numero uno degli Industriali lapidei di Confindustria Livorno Massa Carrara – e in questo senso stiamo sensibilizzando le nostre aziende associate, il massimo della collaborazione ad Arpat e alle altre istituzioni competenti per mettere a punto interventi progressivi di tutela compatibili anche con le esigenze produttive e occupazionali del settore. Anche in questo caso attraverso lo sviluppo tecnologico – aggiunge – molte aziende stanno adottando macchinari di cava in grado di ridurre la produzione di terre e polveri residue di produzione”. La tutela dell’ambiente è gemella delle misure sulla sicurezza: alcune delle linee guida, come quella particolarmente complessa del “taglio al monte”, sono già state condivise e ratificate per presa d’atto dalla Regione.

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Pubblicato il
30 Settembre 2017

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