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Bellana e Marina del Mediceo: e se ci fossero altre alternative?

LIVORNO – La partecipazione dei cittadini ai progetti per i nuovi servizi urbani dovrebbe essere sempre gradita, anzi sollecitata; indipendentemente dalla condivisione o meno dei suggerimenti.

In questa chiave ospitiamo volentieri il contributo di Gennaro Roberto Ceruso sui temi della portualità turistica. Un lungo e articolato contributo, ma che può incoraggiare anche altri interventi.

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Mentre la perseveranza (cocciutaggine, per alcuni) può essere ritenuta una caratteristica di Livorno, sembra, invece, che si manchi della capacità di immaginare il futuro. Anzi, il futuro viene anche immaginato ma trascurando, volontariamente o involontariamente, l’interesse della città di Livorno, dell’intera città.

Da tempo, infatti, pur con alterne vicende, vengono portati avanti i due progetti che interessano il porto turistico nel Mediceo e l’approdo della Bellana.

Entrambi partono, ovviamente, da esigenze concrete e condivisibili ma le soluzioni prospettate sembrano essere solo le più semplici e comode per chi le sostiene, cioè senza che ci sia stato un tentativo di immaginarsi soluzioni di largo respiro.

Mi riferisco al trasferimento delle barche alla contestatissima Banchina 75 e, poi, alla realizzazione dell’approdo della Bellana (questo tipo di strutture sembrano belle nei progetti ma non riescono mai ad esserlo una volta costruite) che ha sollevato tante perplessità. Non è da trascurare – tra le critiche – la forte penalizzazione del Viale Italia e del suo controviale a mare (ancora da pedonalizzare), un territorio a vocazione turistica che verrebbe definitivamente annullata con la realizzazione dell’approdo e per il conseguente traffico ed inquinamento degli automezzi dei frequentatori della Bellana.

Preciso subito che non metto in discussione gli aspetti ingegneristici che, senza dubbio, saranno stati progettati al meglio possibile, ma la difficile coabitazione, nel Mediceo, tra vecchi circoli nautici e nuovo porto turistico unita all’esigenza di liberare buona parte dei Fossi dalle barche ormeggiatevi, dovrebbe rappresentare l’occasione per guardare un po’ più in là del proprio naso. Pertanto, per impedire che la costruzione della Bellana rechi l’ennesima offesa alla nostra (sempre meno) bella Livorno, si potrebbe pensare ad un’equa distribuzione delle barche lungo la costa, sia provvedendo all’ampliamento dei moletti di Ardenza e Antignano negli ampi spazi adiacenti, sia creandone altri in insenature o golfetti individuabili su Google Maps e che sembrano già naturalmente predisposti: 1 – tra il fianco sud dell’Accademia Navale ed il monumento al Marinaio, 2 – fianco nord del piazzale del circolo Il Gabbiano, 3 – a sud dello Scoglio della Tamerice, 4 – grande insenatura a nord dei Bagni Roma, 5 – tra lo scoglio della Nave ed i Bagni dell’hotel Rex.

Questa soluzione, distribuendo i vari circoli lungo la costa, consentirebbe, tra l’altro, di non destabilizzare le loro normali consuetudini formatesi negli anni relativamente ai rapporti tra circoli, soci e natanti.

Inoltre potrebbe essere preso in considerazione il golfo del Maroccone. Solo a titolo di esempio, è stata presa da internet l’immagine di un porto turistico progettato per la costa savonese ed incollata, poi, su un’immagine del Maroccone ricavata da Google Maps.

Già su questa ipotesi è possibile individuare alcuni evidenti vantaggi: lo specchio d’acqua compreso tra la terraferma e i due lati, nord ed est, del porticciolo verrebbe protetto dalle libecciate e, quindi, sarebbe sempre utilizzabile per i bagnanti; sulla punta di sud-ovest potrebbe trovare posto un modernissimo Aparthotel/R.T.A. (residenza turistico alberghiera) realizzabile secondo i più recenti criteri di edilizia innovativa e sostenibile; anche l’insenatura che verrebbe a formarsi sul fianco sud (lato Calafuria), essendo abbastanza protetta, potrebbe essere utilizzata per tutto l’arco dell’anno con varie attività che potrebbero spaziare dai bagni estivi, alle immersioni, al canottaggio, alla pesca, ecc.

Sono consapevole che questo mio scritto non produrrà alcun cambiamento nelle cose già decise da anni e che l’attuale Amministrazione comunale non cambierà; ma il mio profondo attaccamento a questa città mi impone di non abbandonare la speranza di vedere risorgere Livorno, fino ad ora molto sfortunata per colpa di politici ed amministratori assolutamente inadeguati ai quali dedico questa locuzione latina: errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Gennaro (Roberto) Ceruso (ovvero:  un cittadino che, talvolta, pensa di essere l’unico ad amare Livorno).

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Pubblicato il
28 Febbraio 2018

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