Se la logistica è ancora “invisibile” proposte e impegni per percepirla
PADOVA – Daniele Testi, direttore marketing e comunicazione del Gruppo Contship Italia e presidente dell’associazione SOS LOGistica, nella tre giorni padovana è stato organizzatore e relatore in diversi convegni e conferenze, sulle tematiche più attuali della “Green Logistics”. Lo abbiamo incontrato per parlare delle due realtà che rappresenta, ambedue presenti con propri stand alla prima grande fiera italiana specializzata. La nostra intervista vuole affrontare la “summa” di quanto si è sentito, sviluppato e imparato nella tre giorni di Padova.
Ingegner Testi, finalmente una fiera italiana per la logistica, ed in chiave sostenibile.
Si, finalmente è stata organizzata in Italia una manifestazione capace di esprimere forza su questo tema importante che a livello europeo non è trattato da nessuno in modo così specifico. Sia come SOS LOG che come Gruppo Contship Italia riteniamo che questa sia una bella sfida ed abbiamo voluto esserci.
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Quali sono gli obiettivi che vi siete posti come SOS LOG?
Un obiettivo è quello di far capire al consumatore finale il valore apportato dalla logistica al prodotto che acquista. Nel convegno che abbiamo organizzato qui a Padova insieme ad Assologistica e FIT Consulting fra i relatori abbiamo invitato anche il presidente di Federconsumatori, l’associazione con la quale in partnership faremo la prima indagine nazionale che ci darà la fotografia del valore percepito – o non percepito – che la logistica apporta sui prodotti della nostra quotidianità nei vari canali online e offline, sulla quale poi inizieremo a lavorare. Anche dal convegno abbiamo rilevato – sia per il tema della logistica che si avvicina sempre di più al consumatore finale, come con l’e-commerce, ma che continua a restare “invisibile” ai suoi occhi, sia per quello dell’insostenibilità dei costi della logistica che mai come oggi vede gli operatori costretti al massimo ribasso delle tariffe – che il problema debba essere affrontato ripartendo da colui che genera la domanda: il consumatore finale. La sostenibilità è la chiave di volta e SOS LOG per la prima volta intraprende questo nuovo percorso per fornire attraverso la comunicazione e la formazione una maggiore consapevolezza al consumatore e al cittadino sugli effetti prodotti dalle scelte di acquisto.
L’altro obiettivo riguarda il marchio della sostenibilità che SOS LOG ha lanciato a giugno 2017 e divulgato da ottobre scorso; nella conferenza le prime tre aziende nostre socie che hanno iniziato il processo di validazione – il Gruppo Maganetti, la BOMI Group, e la Four Logistics – hanno raccontato l’esperienza che stanno vivendo. La Four Logistics tra l’altro, che ha unito sotto un unico brand 4 aziende storiche, ha nella sostenibilità la sua chiave competitiva; alla Fiera di Padova è arrivata con i suoi camion full elettric, i primi in circolazione in Italia, uno proveniente da Milano e uno da Roma. Queste realtà che hanno iniziato a seguirci ed interpretano la sostenibilità come una leva di innovazione – aziende di una certa dimensione – ci sono inoltre di esempio sul come si affronta questo tipo di impegno e di percorso.
Per quanto riguarda specificatamente il Gruppo Contship, qual è il suo impegno sul fronte della sostenibilità?
Per Contship l’impegno nella sostenibilità è molto legato al tema del trasporto intermodale, allo sviluppo dell’utilizzo del treno nel trasporto delle merci in Italia che, come sappiamo, è molto basso. Il nostro impegno è rivolto a un giusto bilanciamento delle modalità di trasporto. Vediamo il rapporto fra camion e ferrovia come una alleanza in quanto l’uno può essere complementare all’altro con riguardo a temi di distanza geografica o di tipologia di merce o di tipologia di mercato. Da Padova abbiamo sottolineato che oggi in Italia Contship non è soltanto un operatore terminalista, ma è un gruppo integrato che vede il treno e il trasporto ferroviario come un’arma competitiva per i terminal dove va a investire, quindi non solo per il tessuto economico italiano, ma per aprire all’Italia nuovi mercati che si possono raggiungere solo ed esclusivamente con il treno, quali quelli a nord delle Alpi come la Svizzera e il sud Germania. Se i nostri porti vogliono essere gateway internazionali devono essere in grado di servire quei mercati con i treni. E non solo, dobbiamo avere la possibilità di fare treni lunghi 750 metri con capacità di carico di 2000 tonnellate, in linea con quelli europei – come sottolineato anche dal nostro amministratore delegato business service Sebastiano Grasso nel suo intervento al convegno di apertura. Con questo tipo di treni avremo un 30% in più di carico a parità di costo, e la possibilità di competere sul mercato remunerando gli operatori ed il mercato stesso con tariffe più competitive. È inoltre impensabile che in Italia si debba ancora viaggiare con il doppio macchinista quando nel resto dell’Europa si può farlo con il singolo. I temi da risolvere riguardano dunque da una parte le infrastrutture e dall’altra l’omogeneizzazione delle regole in Europa. Essere in Europa vuol dire anche portare avanti delle sfide che sono transnazionali uniformando diritti e doveri. Nel 2008 in Italia si realizzavano 73 milioni di treni/chilometro ed il 95% era appannaggio del monopolista Trenitalia ed il 5% dei privati. Oggi con circa 51-52 milioni di treni/chilometro c’è stato un recupero rispetto al punto più basso (40-41 mln/treni km) ma siamo ancora distanti rispetto a 10 anni fa. Non solo: questo recupero è stato fatto esclusivamente dai privati dato che oggi la quota di questi 51 mln/treni km è per il 45% dei privati e per il 55% del pubblico. La liberalizzazione sta quindi funzionando, ma il nostro mercato vede ancora un traffico merci su ferrovia ridotto.
Quali sono le prossime sfide del Gruppo?
Il Gruppo Contship ha molte sfide in corso, legate anche ad una domanda che si è fatta sempre più concentrata. È ormai evidente che con tre grandi clienti organizzati in grandi alliance, il tema della domanda e dell’offerta abbia una complessità molto maggiore. Ciò impatta fortemente sul transhipment che ha registrato grande riduzione e determina una competizione tra porti ancora maggiore. Per quello che riguarda invece i gateway regionali l’obiettivo è poter offrire ai clienti un modello che estenda la sua performance oltre il porto fino alla supply chain quindi ad un sistema integrato che vede porto-dogana-interporto e consegna finale, qualsiasi sia la modalità di trasporto, come un elemento che porti a un massimo risultato e a un massimo beneficio per il cliente e per la merce; coloro quindi che in qualche modo misurano in termini di costo di inventario l’impatto della logistica.
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