Con “Volontariato” un libro e una mostra
LIVORNO – Il volontariato, ovvero quando condividere rende tutti migliori. È il tema – sarebbe riduttivo definirlo slogan – con il quale la Fondazione Carlo Laviosa, presieduta da Giovanni Laviosa e diretta da Serafino Fasulo come art director, ha realizzato un importante progetto che si articola su un volume, proprio sul Volontariato livornese, con la collaborazione di associazioni specifiche. Che sono: Amici della Zizzi Onlus, Felix, For-you ATIDRA, Progetto Filippide, Ippoasi, Mayon von Frinzius, Parco del Mulino-AIPD e Presenza Amica. Il volume è curato dello stessa Fasulo e di Ivo Saglietti, con la collaborazione di Piero Starita, consigliere della Fondazione e coinvolto in tutte le iniziative che riguardano la valorizzazione del volontariato. Il materiale riportato fa parte anche della mostra in corso fino al 20 gennaio prossimo al Museo Fattori nella suggestiva location dei granai di Villa Mimbelli. Un appassionato contributo – ci ha raccontato Sarita – è venuto anche dall’assessore comunale alla cultura Simone Lenzi con l’aiuto di Laura Dinelli.
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Nella prefazione del volume, Giovanni Laviosa ha scritto poche ma significative parole. “Penso sempre che sia una questione di angolatura. C’è quella che non ci permette di vedere quel che sarebbe chiarissimo solo spostandoci di poco. Grazie ai fotografi che ci hanno rappresentato una vita che ci è vicina ma che non sempre vediamo. Grazie a chi dedica il proprio tempo per essere di sostegno a chi ne ha bisogno. Un gesto gentile, un’attenzione, talvolta ci distolgono da quel che sembra non procrastinabile; un augurio a chi vedrà la mostra, “distraetevi ogni volta che potete”.
Altrettanto impegno spirituale e insieme concreto viene dalle parole sottoscritte nel volume dall’assessore Simone Lenzi, dall’art director della Fondazione Serafino Fasulo e da Ivo Saglietti, curatore della pubblicazione. Segue una parte fotografica, di rara efficacia, realizzata dalle associazioni del volontariato. La semplicità espressiva delle immagini coinvolge e commuove più di mille parole. Davvero un lavoro che ci aiuta a ritrovare quella bontà dell’uomo che troppo spesso sparisce nel brutto caos del quotidiano.
A.F.
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