Trasformazione per un nuovo sviluppo il metodo d’azione nell’Adriatico centrale

Rodolfo Giampieri
Trasformazione è la parola chiave per l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale. Un concetto che si affianca agli obiettivi di sviluppo, lavoro per le imprese, nuova occupazione e sostenibilità nell’azione rivolta ai sei porti di propria competenza, Ancona-Falconara Marittima, Pesaro, San Benedetto del Tronto, Pescara, Ortona. Una banchina virtuale di 215 chilometri al centro dell’Adriatico e della Macroregione Adriatico Ionica.
“La trasformazione, di cui l’approccio sostenibile è una parte integrante, è il concetto che ispira il lavoro dell’Autorità di sistema portuale per creare nuovo sviluppo delle città portuali e dei territori, lavoro per le imprese e nuova occupazione – dice il presidente Rodolfo Giampieri -, trasformazione è una parola che coinvolge tutta la comunità portuale, che richiede l’impegno e la condivisione di tanti soggetti diversi per ottenere i risultati voluti. È il fattore di crescita e di propulsione che ci proietta in un mondo in costante e continua evoluzione dove tutti devono essere protagonisti”.
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Una delle trasformazioni che al porto di Ancona si sta concretizzando è quella dell’abbattimento dei 46 silos collocati alla darsena Marche, già ultimato quello dei 34 in concessione a Silos Granari della Sicilia srl e da effettuare quello dei 12 di Sai srl. Una decisione nata come risposta alla forte riduzione del mercato dei cereali nello scalo e nella necessità di creare nuove opportunità di sviluppo e di occupazione. L’intervento consente di liberare un nuovo fronte di banchina di 350 metri, con un retro banchina di 33 mila metri quadrati, che insieme all’area ex Bunge di 49 mila metri quadrati, sulla quale si procede per l’acquisizione, creerà uno spazio complessivo di 82 mila metri quadrati, una vera grande opportunità per lo sviluppo delle attività portuali e per la creazione di nuova occupazione. Sulle banchine interessate dalla presenza dei silos, 19, 20 e 21, sono in corso una serie di valutazioni per definire una base solida di confronto sul loro utilizzo. Uno spazio rinnovato che sarà imprescindibilmente destinato ad uso e consumo di attività portuali, lasciando aperto lo spazio agli scenari di utilizzo ma comunque di carattere commerciale e di traffico merci e passeggeri.
Per il futuro, per il porto di Ancona, 1,2 milioni di passeggeri di cui 100.109 crocieristi nel 2019, un traffico merci di 8,7 milioni di tonnellate, ci sono due grandi progetti di cambiamento e miglioramento delle potenzialità dei traffici già presenti. Il raddoppio della capacità produttiva di Fincantieri è un’opportunità irripetibile per rafforzare la cantieristica di alta qualità già presente nello scalo dorico dove l’azienda produce navi da crociera che esprimono caratteristiche e tecnologie ai massimi livelli garantendo piena occupazione a lungo periodo. La configurazione del bacino limita le dimensioni delle navi che possono essere costruite (max 60 mila TSL). La soluzione proposta consente di rendere varabili navi “cruise” fino a 290-300 m di lunghezza (max 90-100 mila TSL). Questo obiettivo richiede l’allungamento del bacino esistente lato monte per circa 65 metri per portarlo a 305 metri e la realizzazione di una seconda banchina di allestimento per accogliere due navi galleggianti dopo il varo. La lunghezza della nuova banchina sarà di 300 metri, con una profondità di fondale di almeno 10 metri, una lunghezza di bacino di carenaggio di 305 metri e un’area di colmata di 7.500 metri quadrati. L’investimento stimato è di 40 milioni di euro da parte di Fincantieri, già deliberate, e di 40 milioni di investimento pubblico.
Il secondo progetto è quello del banchinamento del molo Clementino che prevede la costruzione di una nuova banchina d’ormeggio della lunghezza di circa 350 metri e una superficie di 28 mila metri quadrati, area oggi delimitata da una scogliera, con fondali di una profondità di circa 10 metri, idoneo all’attracco di navi da crociera di media grandezza di moderna generazione, di circa 300 metri, che al momento non possono toccare il porto dorico. Il movimento stimato è di circa 350-400 mila crocieristi in 120-150 giorni l’anno ipotizzando una nave al giorno nel periodo di massimo traffico. L’investimento pubblico sarà di 22,2 milioni di euro. La banchina sarà poi data in concessione ad un soggetto privato, tramite bando di gara, che vi realizzerà e gestirà il nuovo terminal crociere per i passeggeri. La nuova banchina e il terminal crociere saranno uno straordinario fattore di sviluppo economico, con un incremento di nuovi occupati. Una crescita portuale che passa anche dalla sostenibilità e dall’innovazione che ha riguardato lo spostamento dei mezzi pesanti in attesa dell’imbarco dall’area del Porto Antico all’ex scalo Marotti, una zona più distante dal centro della città. Un progetto, che ha ottenuto il premio Innovazione Smau 2019, che si stima in un risparmio di 60 mila chilometri l’anno di percorrenza tir in area portuale, nato da un importante collaborazione fra Agenzia delle Dogane, Guardia di finanza e Adsp con l’utilizzo di innovative tecnologie di intelligenza artificiale. Fra le innovazioni dedicate alla sostenibilità, nel 2018 c’è stata la sottoscrizione dell’accordo volontario “Ancona blue agreement”, promosso dall’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale e dalla Capitaneria di porto di Ancona, firmato dalla maggior parte di compagnie di navigazione dei traghetti. L’intesa, nata un anno fa dalla responsabilità e dalla consapevolezza del valore della sostenibilità ambientale anche come elemento della competitività moderna, ha anticipato l’entrata in vigore delle nuove regole europee dal 1 gennaio 2020 per la cui applicazione le compagnie di navigazione che toccano lo scalo dorico sono già pronte. La sostenibilità è anche la protagonista del rinnovato rapporto fra la città e il suo Porto Antico dove vengono celebrati in questo periodo gli 800 anni della partenza di San Francesco per la Terra Santa. La banchina 1 è stata intitolata a San Francesco nella giornata della Festa del mare ad inizio settembre. Dal 4 all’8 ottobre, al Porto Antico è stata ospitata l’Amerigo Vespucci della Marina Militare, la nave più bella del mondo, visitata da 17 mila persone. Alla banchina San Francesco è stata ora installata un’opera iconografica dedicata al santo Patrono d’Italia, un’immagine nata da un’idea artistica di monsignor Angelo Spina, arcivescovo della Diocesi metropolitana Ancona-Osimo, con un progetto supportato dall’AdSP.
Nei porti di Pesaro, San Benedetto del Tronto, Pescara e Ortona, l’AdSP sta operando per il miglioramento delle infrastrutture necessarie ad ogni specifica caratteristica degli scali, per adattarle alle necessità di mercato e per affrontare il tema del dragaggio che avrebbe bisogno di un orientamento programmatico nazionale trasformando l’eccezionalità dell’intervento in manutenzione ordinaria. Per il porto di Pesaro, le priorità riguardano la manutenzione straordinaria della banchina G, gli studi e le opere preliminari per la realizzazione della vasca di colmata, idonea al conferimento dei sedimenti di dragaggio, e gli interventi di dragaggio.
A San Benedetto del Tronto, dove l’AdSP ha appena compiuto un intervento di rimozione dei sedimenti per migliorare la sicurezza e la navigabilità del canale di accesso al porto, sono previsti le opere propedeutiche all’intervento di dragaggio e il restauro conservativo di una porzione della cinta muraria. Tutto per rendere sempre più in sicurezza il lavoro di un’importante flotta peschereccia. Nel porto di Pescara, saranno realizzate le opere di completamento portuali extra Masterplan della Regione Abruzzo, interventi di dragaggio e infrastrutturali per il mondo della pesca. Fra le priorità del porto di Ortona, ci saranno l’adeguamento strutturale del molo Martello, la manutenzione della scogliera di protezione del molo Nord, l’allestimento del PIF-Punto di ispezione transfrontaliera e di strutture a servizio delle attività portuali.
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