Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

L’operazione i tempi i consigli

COLLESALVETTI – Ma vuoi vedere che questa è proprio la volta buona? Per almeno un paio d’anni ce l’hanno menata con l’interporto Vespucci che sarebbe diventato retroporto, che le due realtà sarebbero state unificate anche sul piano societario, che sarebbero state collegare da uno “scavalco” utile come il pane, e infine che anche RFI era molto interessata ad entrare. Tante, tantissime parole, spesso supportate anche da “quasi” atti ufficiali, come la decisione di utilizzare quanto pagato da Onorato/MSC per la Porto 2000 per entrare nel Vespucci. Ma fatti, zero.

[hidepost]

Adesso dovremmo esserci. Se il Comitato di Gestione dell’AdSP di martedì prossimo non ci metterà qualche intoppo, rimarranno solo i tempi burocratici – mi correggo: gli altri tempi burocratici – ma l’operazione andrà in porto e due giorni dopo, giovedì 25, sarà la volta dell’assemblea del Vespucci a prenderne formalmente atto. I circa 9 milioni di euro di cui si parlava all’inizio sarebbero scesi a 6 milioni – il tempo erode anche le colonne dei templi greci… – ma sono pur sempre quattrini sonanti. E sembra che la decisione sia di conferire questi fondi come aumento di capitale totalmente dedicato a investimenti. Chi ipotizzava che i principali soci (ormai dentro obtorto collo) prendessero l’occasione per acchiappare ciascuno il gruzzoletto e sparire (vedi banche) sarebbe smentito. E poi c’è anche la mezza promessa di RFI di essere interessata anch’essa: sia a investire con una stazione ferroviaria interna, per meglio smistare il traffico su ferro che dovrà necessariamente crescere, sia forse anch’essa per ritagliarsi una quota sociale. Sarebbe, ovviamente, benvenuta.

Resta in sottofondo qualche considerazione. Ne facciamo solo una, sottovoce per non disturbare i manovratori. Tutto questo tempo trascorso per un’operazione che avrebbe ogni crisma di trasparenza, sembra sia dovuto al timore ormai ossessivo degli organi amministrativi – principalmente nell’AdSP – di garantirsi contro qualche tintinnar di manette. Con metà dei porti sotto inchiesta delle varie magistrature, con il quasi giornaliero annuncio di denunce, di ricorsi, di ulteriori indagini, di ANAC e compagnia bella, difficile non comprendere che il settore vive una continua apprensione. Diceva una poesiola del Trilussa che in un mondo ormai comandato dai conigli – in senso lato, cioè dalla sindrome della paura – non si può essere tutti leoni. Prendi e porta a casa, recita il noto proverbio.

Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
20 Giugno 2020

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora