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Le piccole cose (portuali) di pessimo gusto

LIVORNO – È vero, spesso i giornali si occupano di piccole cose – per dirla alla Gozzano – anche di pessimo gusto. Però la vita è fatta pure di queste piccolezze: e sono in tanti a volerle sapere.

Per esempio: partendo da casa nostra, ovvero dall’AdSP di Nord Tirreno, tanti si sono interessati, non senza qualche sogghigno, alla lunga diatriba tra i dipendenti labronici e quelli dell’ex Autorità Portuale di Piombino. Quelli dell’ex di Livorno, nell’unico sistema ma con retribuzioni notevolmente diverse a parità di grado o mansioni chiedevano l’allineamento con quelli di Piombino, retribuiti meglio. Da poco ce l’hanno fatta: e naturalmente non si è fatta una media, ma pare ci si sia portati per tutti al segno più, indipendentemente dai meriti. Pessimo gusto? Non lo sappiamo: però in tempi di crisi e di gente che non ha nemmeno il pane quotidiano, non ha fatto una bella impressione.

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Spesso capita di ricevere “soffiate” più o meno interessate, sui fatti più privati: su chi è la “ganza” di chi, su quanti viaggi sono stati fatti insieme all’estero senza che se ne vedesse la ragione – e non parliamo in questo caso di Palazzo Rosciano, o almeno solo di esso – sulle abitazioni vendute da chi a chi a prezzo considerato di favore, su pontili galleggianti acquistati sbagliati e mai utilizzati, sulle gru di banchina diventate rottami senza mai essere state utilizzate. In buona fede piò essere capitato e può ancora capitare, ma se ci si aggiunge un filo di malignità, altro che Gozzano. Sulle “ganze” poi, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Non mi ricordo chi, ma Qualcuno lo disse.

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Da qualche giorno gira una malignità nuova su un concorso aperto dalla nostra AdSP per un posto – ovviamente ben retribuito – nell’ufficio stampa di Palazzo Rosciano. Ma serve davvero o c’è da sistemare qualcuno o qualcuna? L’ufficio stampa ha da anni un ottimo titolare, puntuale e sempre disponibile, giovane quanto basta per assicurargli altri anni di buon rendimento. Ha proprio bisogno di un aiuto? Qualcuno ci ha ricordato che c’era stato anche un contratto a termine venuto da foravia che però non è stato rinnovato, visto che bastava l’attuale titolare. Ora c’è anche chi fa il nome di chi vincerà di sicuro il concorso, il che può essere (e speriamo sia) una malignità aggiuntiva. Ne prendiamo atto. Poi a cose fatte verificheremo: oggi. A differenza della nostra magistratura, siamo ragionevolmente certi della correttezza di tutti gli atti, passati, presenti e futuri in Palazzo Rosciano.

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Forse il buongusto – o il pessimo – non c’entrano, però i commenti che girano sulla strana vicenda della gara per i bacini di carenaggio labronici non sono certo piacevoli. La gara si è chiusa ormai da quasi un anno, ma il risultato non è stato ufficializzato, anche se è stato detto e scritto più volte che c’è un vincitore: E dove c’è un vincitore c’è – o ci sono – anche dei vinti. Che stanno zitti anche loro. La commissione che ha giudicato i concorrenti era di indubbio alto livello, i concorrenti erano ben noti e affidabili, i termini della gara chiari e impegnativi, specie per il ripristino dello sciagurato “bacinone”. Perché allora questi tanti mesi di silenzio? Non sarebbe meglio dire al porto, alla città, allo shipping quali sono i motivi di questa poco usuale situazione? Sui bandi ci sono già anche troppi “misteri” passati: compreso quello del collaudo solo parziale del Mediterraneo, delle cause del suo affondamento e del mancato, immediato recupero della barcaporta del bacino grande quando fu scardinata dal maltempo e finì sul fondale. Dove ancora giace, ormai ridotta a un rottame. E allora?

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
30 Settembre 2020

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