Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Aree logistiche: il troppo stroppia?

LIVORNO – Premesso che non siamo tecnici, e quindi qualcuno può anche legittimamente dirci di non scrivere a vanvera: però nel dibattito che si sta svolgendo in porto sulla proposta Enel della nuova area logistica da 400 mila mq al posto della ex-centrale di viale Orlando, un dubbio ci sia consentito. Anzi, i dubbi sono molti, perché non si capisce tutto il riserbo che circola sulla proposta e che pare gestito da pochi sia in Comune che a palazzo Rosciano: né si capisce come, dopo aver investito quasi 10 milioni sul Vespucci come area logistica retro-portuale, l’AdSP stia creando una concorrenza al Vespucci stesso dentro il porto. Forse ce lo spiegheranno.

[hidepost]

Intanto il dubbio “tecnico” riguarda in particolare la calata del Magnale. Il progetto Enel prevede – ed è anche logico – la resezione della calata, per allargare il canale in quella strettoia, in modo da far ormeggiare le navi del terminal senza impedire il passaggio verso gli altri terminal: e qui è il problema, almeno per quanto riguarda la parte più a mare del canale, dove sono in corso i lavori per il microtunnel. Credo che parlare di allargare il canale lì dove si lavora per il microtunnel, al di là di quanto previsto sulla parte della torre del Marzocco, sarebbe impossibile. Dunque se il Magnale va resecato, lo si dovrà fare più all’interno: e rimarrebbe uno “sperone” proprio in corrispondenza del microtunnel. Con una cartina topografica in mano, il discorso diventa più chiaro.

Basterà per i progetti Enel? E che ne pensano gli altri terminal? C’è chi, tra i loro titolari, pensa che un importante investimento sul porto, come il progetto Enel certamente comporta, non sia da respingere tout court: sarebbe lavoro, sarebbe un incremento degli spazi per le merci, sarebbe una promessa non minimale collegata al network di Enel, certo da non sottovalutare. Molti dubbi riguardano semmai i contenitori: potrebbe essere un hub per merci varie, ma non certo per i TEUs. Non tutti, allargando il discorso, la pensano in positivo: anche all’interporto Vespucci ci si tiene al momento prudenti, in attesa degli incontri programmati con Enel. E si può ben capire perché.

Una voce importante sarebbe la valutazione del Comune sull’impatto stradale. Pare che la cosa sia in mano all’assessore Simoncini, che la caldeggia, insieme al dirigente dell’AdSP Vanni, anch’egli favorevole. Dai vertici dell’AdSP e del Comune, ribadisco: silenzio.

Stiamo parlando comunque del futuro, e nemmeno molto prossimo vista la portata della cosa. Ma parlarne è importante. Su questi temi il silenzio delle istituzioni non è mai – come dice il proverbio – d’oro.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
28 Novembre 2020
Ultima modifica
1 Dicembre 2020 - ora: 14:51

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio