Propeller “I mille” di Donolo

Luigi Donolo
LIVORNO – Il tema dell’ultima riunione del Propeller locale è stato di massima attualità ed interesse generale ed ha contribuito a ben celebrare il 150º anniversario dell’unificazione dell’Italia grazie alla relazione ricca di aneddoti e curiosità sconosciute ai più, dell’ammiraglio Luigi Donolo.
Il presidente del Club, dottor Francesco Ruffini, ha voluto omaggiare i soci organizzando una serata a tema “La Spedizione dei Mille”, contando sulla conoscenza dell’argomento e la piacevolezza espositiva dell’ammiraglio Donolo, oggi studioso ed autore di diverse opere fra saggi e racconti di avvenimenti storici e militari, dopo una carriera prestigiosa trascorsa nei più alti gradi nella Marina Militare. L’ammiraglio Donolo, già ex vicepresidente del Propeller ed attuale presidente dell’Associazione livornese di Storia, Lettere ed Arti, componente inoltre del comitato per la divulgazione dei valori risorgimentali, proprio recentemente ha visto pubblicato un suo studio sul periodo garibaldino e mazziniano intitolato “Il diario di Oreste Paccosi”, giovane patriota, nella rivista culturale del Comune di Livorno.
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L’ammiraglio ha iniziato la sua relazione evidenziando che dobbiamo al Risorgimento la nascita delle istituzioni liberali e democratiche ottenute attraverso il sacrificio di tanti giovani, motivati da grandi valori quali la democrazia, la libertà e l’unità in un momento in cui non esisteva libertà alcuna, né di stampa né di circolazione. Questo eccezionale periodo della nostra storia è tornato alla giusta considerazione seppure con la richiesta da parte degli storici meridionali di una revisione più obiettiva di quest’epoca. Ciò al fine di riconoscere il giusto merito alla cultura ed alla società meridionale ed anche per riconsiderare il valore dei soldati borbonici nella resistenza ai garibaldini e poi ai piemontesi. Il Risorgimento nasce come fatto spontaneo e culturale: personaggi quali Foscolo, Verdi, Guerrazzi e Bini posero le basi per l’afflato dei giovani verso il sentimento di libertà ed unità. Anche i livornesi si distinsero in questo periodo sia dal punto di vista culturale che per la loro numerosa partecipazione.
Donolo ha poi spiegato che la Spedizione dei Mille è forse la fase risorgimentale più rappresentativa delle azioni che portarono all’unità del nostro Paese. Nessuno si sarebbe aspettato che 1086 persone, partite dallo scoglio di Quarto, sarebbero riuscite a liberare l’Italia meridionale. Il fatto fu rivoluzionario e creò scompiglio; alla partenza dei mille seguì subito un crollo della borsa di Vienna, tutta l’Europa era preoccupata temendo la destabilizzazione dell’assetto dato dal Congresso del 1815; i francesi, provveditori del Papa, temettero che Garibaldi potesse riuscire ad occupare Roma e non per nulla Napoleone III fermò le truppe garibaldine, rallentando il momento dell’entrata di Roma nell’Italia unita. L’ammiraglio ha interessato la sala con i racconti degli episodi salienti di tutto questo periodo storico tratteggiando inoltre le personalità di spicco, dai Fratelli Bandiera a Carlo Pisacane sino al luogotenente garibaldino Nino Bixio. Tra gli episodi meno conosciuti le congiunture favorevoli che permisero alla nave di Garibaldi di sfuggire alla caccia dei navigli ostili. Al proposito fu provvidenziale la sosta tecnica a Talamone e Santo Stefano che permise di eludere la caccia di una nave inviata ad intercettarli. Giunti in prossimità delle acque antistanti la Sicilia altro provvidenziale aiuto fu fornito dalla flotta britannica che, al contrario di quella francese, era alleata.
Un ulteriore vantaggio derivò alla spedizione dalla presupponenza degli ufficiali borbonici che inzialmente quasi snobbarono questo manipolo di “irregolari” ritenendoli non all’altezza delle loro truppe. Si dovettero ricredere quanto prima, dopo i disastri accumulati nei primi scontri, passando dalla eccessiva sicurezza allo sconforto, mentre le loro truppe si sfaldavano sotto i tiri esperti dei garibaldini. L’entusiasmo fece il resto ingrossando le schiere garibaldine e alimentando le diserzioni nei ranghi dei nemici. Alla battaglia di Volturno Garibaldi poteva ormai contare su un seguito di circa 25.000 uomini in grado di dare il colpo finale alle truppe borboniche radunate per l’estrema difesa.
La serata apertasi con la presentazione del nuovo socio Propeller, l’ingegner Giovanni Motta, dirigente del settore sicurezza e ambiente della Autorità Portuale di Livorno, è proseguita poi nella parte conviviale con l’auspicio del presidente Ruffini acché il tema trattato dall’ammiraglio Donolo, pur così ricco per particolari e situazioni citate, fosse di stimolo a sempre maggiori approfondimenti.
Cinzia Garofoli
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