La Toscana “scopre” il porto con un protocollo
L’impegno del governatore Rossi coinvolge anche i collegamenti ferroviari e il ponte stradale sul Calambrone – Tempi stretti , entro il 2015 vanno spesi i 51 milioni stanziati per i lavori – Rinviato il progetto di navigabilità fino all’Interporto

Enrico Rossi
LIVORNO – Un protocollo, ancora un protocollo: diceva un politico di razza (Andreotti, n.d.r.) che se si potesse costruire usando i protocolli come materiale, avremmo raggiunto la Luna con i grattacieli. Questa volta però sembra essere evidente la buona volontà di dar seguito alle solite firme. Quelle che, come dice la nota della Regione Toscana, sono “per il futuro e lo sviluppo del porto di Livorno”. Quasi un miracolo, visto che nel passato per la Regione il porto labronico era poco più che un fastidio.
Le firme ci sono state venerdì in Comune, e come hanno riferito i quotidiani c’erano il presidente della Regione Enrico Rossi, il sindaco Sandro Cosimi, il presidente dell’Autorità Portuale Giuliano Gallanti e l’assessore Piero Nocchi per la Provincia. L’impegno è per “il dragaggio dei fondali del canale d’accesso e della Darsena Toscana e la “foce armata” dello Scolmatore dell’Arno, per mettere quest’ultimo in sicurezza.
[hidepost]
La Regione fa convergere 51 milioni di euro tra fondi europei, propri e degli altri enti. Con una non piccola clausola: tutto va completato entro il 2015 o i soldi svaniscono. Spetta alla Provincia di Pisa fare il progetto e indire la gara per lo Scolmatore, compresa la rimessa inefficienza delle “porte vinciane” che oggi sono perennemente aperte e scaricano in darsena toscana centinaia di metri cubi di fango al mese. Con le porte vinciane che resteranno perennemente chiuse – salvo rapide aperture per far passare yachts e chiatte destinate alle darsene pisane della nautica – l’insabbiamento della Darsena Toscana dovrebbe calare. Tutto da verificare, ovviamente: ma quando si firmano i protocolli si spera. Ed ha ragione il presidente Rossi quando dice che su problemi tanto grandi occorre la politica del carciofo, andare avanti foglia per foglia. E di fronte ai dubbi, “Primus agire, deinde philosofare”. Perfetto. In questa chiave, si agirà anche sul ponte del Calambrone (da adeguare) e ovviamente rimandando i sogni di rendere navigabile lo Scolmatore fino all’interporto Vespucci (e ironizzava Rossi, magari fino a Pontedera, oh cara!).
Gallanti è stato chiaro, centrando anche il valore strategico dell’accordo. “Per la prima volta – ha detto – la Regione si fa protagonista di un progetto concreto di rilancio del porto. Le opere finanziate sono di grande valenza strategica e consentiranno al nostro scalo di affrontare quei problemi che fino ad oggi gli hanno impedito di sviluppare le proprie potenzialità”. Qualcuno ha parlato di un futuro per il porto come “la Rotterdam del Mediterraneo”. Per fortuna è stato richiamato alla realtà: accontentiamoci di riuscire a fare entrare ed evoluire le full-containers della generazione attuale, quelle da 300 metri e larghe 40, perché di più non si potrà mai fare finché la Darsena Toscana non diventerà (ha da venì….!) Piattaforma Europa. Intanto però le grandi navi sono diventate immense (dagli attuali 6 mila Teu siamo a 16 mila e si progettano da 20 mila) e la bocca sud del porto non riuscirà a farle passare nemmeno con la vasellina (figuriamoci la strettoia del Marzocco, anche se allargata e ripulita dai tubi dell’Eni). Per non parlare della navigazione notturna, come in tutti i porti moderni.
Per i dragaggi del canale d’accesso delle Darsene, l’Authority s’è impegnata a fornire alla Regione “un cronoprogramma con indicata l’ubicazione e i costi degli interventi necessari, si è assunta l’incarico di ottenere tutte le autorizzazioni necessarie per dragare e a concorrere in proprio (13 milioni, già promessi) anche eventualmente attraverso un mutuo”. Altre promesse sulla viabilità d’accesso al porto. E il presidente Rossi a sua volta è andato sul concreto: ha promesso di mettere con le spalle al muro l’ad delle Ferrovie Mauro Moretti per dare al porto quei necessari strumenti – binari e collegamenti cargo – per farne un porto moderno.
Dunque, un protocollo pieno di promesse. Adesso aspettiamo che siano i fatti a confermarlo.
[/hidepost]