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E Gallanti scalda bene il motore

LIVORNO – Bisogna riconoscerglielo: da qualche giorno il presidente Gallanti è assiduo di Livorno, dei suoi incontri e sui suoi problemi. Magari perché erano impegni concentrati nei tre/quattro giorni canonici che ci dedica: ma conta la qualità più della quantità. L’abbiamo visto e sentito con il presidente della Regione, con l’ambasciatore del Marocco, più volte con il sindaco, e oggi lo vedremo e sentiremo con il ministro dei Trasporti.

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Per essere attivo, è attivo: come i diesel ha avuto bisogno di un po’ per scaldarsi, ma è comprensibile visto che di Livorno sapeva poco o niente. Semmai, come un diesel, gira a basso regime per la scelta del segretario generale – quello che dovrà “guidare la macchina” in concreto su sue direttive – e malgrado le consultazioni pare non abbia ancora scelto. E gira a basso regime – questo lo dicono i sindacati interni – per quell’aggiornamento della pianta organica che gli è stato sollecitato fin dall’inizio. Pare abbia affidato a una società esterna di consulenza lo studio sul come fare. Un tempo si diceva che per non fare una cosa bastava dedicarci una commissione. Ma forse sono malignità.

Gallanti è di sicuro un uomo di relazioni importanti e capaci. Entra malvolentieri nei battibecchi dei “pollai” del porto – anche se quando lo fa o lo fa fare qualche problema ne nasce, come nel caso di Elia e della Sintermar – e naviga a suo agio con la politica ad alto livello. Che il governatore della Toscana Rossi si sia impegnato così direttamente sul  porto – dopo gli anni di totale, ascetico disinteresse del suo predecessore Martini – è certamente merito anche di Gallanti e del suo pressing. Difficile capire se basteranno le relazioni per fare come nel settecento/ottocento di Livorno un grande porto; com’è difficile capire se certe insofferenze del Nostro sulle piccole cose di pessimo gusto (per parafrasare un noto scrittore) delle banchine labroniche saranno superate con il tempo, o invece deciderà di tornarsene ai suoi alti incarichi di magistrato come qualcuno sottovoce ipotizza. Per il momento, sembra che funzioni, anche se i problemi insoluti sono tali e tanti che siamo ancora alla scrematura superficiale. Auguriamogli buon lavoro: e come dicevano i suoi compagni di fede politica, alla vigilanza democratica sugli atti concreti.

A.F.

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Pubblicato il
29 Giugno 2011

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