Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Assologistica sul contratto delle Ferrovie

MILANO – Tra le norme che il Governo sta studiando – scriveva nei giorni scorsi Assologistica – per tentare di convincere i mercati finanziari della propria volontà di realizzare importanti riforme, deve trovare spazio anche l’abrogazione dell’Art. 8 comma 3 bis del Decreto legge 138 convertito in Legge 148/2011.

[hidepost]

“L’Autorità antitrust ritiene, infatti – scriveva Assologistica – che quella norma sia suscettibile di interpretazioni contrastanti visto che – ambiguamente – dispone l’applicazione al personale dipendente di tutte le imprese ferroviarie dei “contratti collettivi nazionali di settore“, con l’intento evidente di imporre l’applicazione erga omnes del contratto delle Ferrovie dello Stato.

“L’imposizione per legge di quel contratto – pubblicamente contestato per la sua onerosità anche dal suo unico sottoscrittore, cioè il monopolista di fatto Ferrovie dello Stato – è finalizzata a stroncare sul nascere la concorrenza tra imprese ferroviarie.

“E’ paradossale che – affermava Assologistica – mentre si riforma la normativa sul lavoro consentendo libertà di contrattazione al livello più vicino alle specificità aziendali, nel caso delle Imprese ferroviarie si disponga d’imperio l’esatto contrario. Certamente non è questa la strada giusta per fermare l’emorragia di traffico che FS Cargo ha registrato anche nei primi sei mesi del 2011, mentre le Imprese ferroviarie private trasportano ormai 1/3 dell’intero traffico ferroviario nazionale.

“E neppure è la strada giusta per convincere i mercati della volontà di riformare un settore che, quotidianamente, viene definito vitale per l’economia nazionale. Assologistica ritiene – concludeva la nota – che le proposte degli Operatori privati del settore e delle loro Associazioni meritino da parte del Governo immediata maggiore attenzione”.

Inutile aggiungere che le raccomandazioni dell’associazione dei terminalisti ad oggi non hanno trovato risposta dal governo. Il che rischia di innescare nuovi contenziosi, che non faranno certo bene allo sgangherato sistema ferroviario italiano e specialmente a chi, da privato, cerca di surrogarlo.

All’ultim’ora però anche Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, ha tirato un siluro contro il contratto unico, minacciando addirittura di disdettare quello di Fs perché con questi costi “non è possibile sostenere la concorrenza di imprese (Ntv di Montezemolo? n.d.r.) che hanno un costo del lavoro inferiore fino del 50% al nostro”. In sostanza, Moretti ha ribaltato la linea fino a ieri seguita, forse anche per l’intervento dell’Antitrust che ha bocciato il contratto uguale per tutti. E a questo punto, anche Trenitalia chiede il diritto di rinegoziare il suo.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
9 Novembre 2011

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora