Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Tante Tantissime Troppe

LIVORNO – Dopo la “stanca” del Covid e del post-Covid, il traffico delle auto 🚗🚙 dall’estero è ripreso: e sta diventando valanga.

Lo confermano i dati delle importazioni, più ancora di quelli del mercato. Infatti il mercato ha dato segni di ripresa solo da poche settimane, mentre gli arrivi delle grandi e grandissime car-carrier ship sono diventati, negli hub più attrezzati, addirittura frenetici.

Ne fa fede non solo il rapporto settimanale dei vari Avvisatori marittimi, ma anche e specialmente le attese in rada 🛳️ 🛳️ 🛳️ 🛳️ 🛳️ 🛳️🛳️: davanti a Livorno da almeno una settimana sono all’ancora da mezza a una dozzina di grandi navi-garage, in paziente (si fa per dire…) attesa di un posto d’ormeggio per sbarcare.

[hidepost]

Hanno ripreso a tirare gli sbarchi sia dalla Cina 🇨🇳 – con prevalenza delle loro vetture elettriche di ultima generazione – sia dalla Corea del Sud 🇰🇷, dal Giappone 🇯🇵 ma anche dalle fabbriche-cacciative dell’Est Europa.

Le foto che corredano questo servizio sono una testimonianza non certo esaustiva di quanto avviene nella cinta doganale labronica: il terminal più specializzato, la Sintermar, sta infilando le auto allo sbarco – in particolare è il riferimento delle grandi navi di Grimaldi – in ogni buco possibile.

La Compagnia dei portuali ha addirittura infilato le auto nelle strade e piazzali dei magazzini forestali, che sono anch’essi per conto loro strapieni.

Le aree fuori dalla conta doganale, in particolare verso Stagno, sono una distesa sterminata di vetture 🚗🚙 🚗🚙 🚗🚙, che spesso vengono parcheggiate a contatto di paraurti per sfruttare gli spazi. In un veloce giro del porto abbiamo trovato anche file di camion Iveco 🚚🚛🚚🚛🚚🚛 nuovi sul Molo Italia.

Come ci confermano fonti e la Compagnia Portuali, il problema non è tanto la disponibilità delle banchine di sbarco, che con un’accurata programmazione non crea eccessive difficoltà, ma sono gli spazi a terra. In sostanza, il porto è saturo in ogni buco di auto allo sbarco.

*

Dov’è il nodo?

Secondo i portuali, il problema principale è che il deflusso dai piazzali delle vetture sbarcate è molto rallentato dal fatto che non si trovano bisarche quante ne occorrerebbero: e anche dal fato che i concessionari sono prudenti nel mettersi sulle spalle auto nuove, visto che fino a pochi mesi fa le vendite erano ridotte. Molto sentito il tema degli autotrasportatori specializzati: bisarche ma anche autisti sarebbero contesi in un regime di feroce concorrenza.

Da pochi giorni la situazione sembra avviarsi a una normalizzazione, ma il primo (o l’ultimo, secondo come si guarda…) anello della catena logistica, cioè il porto di sbarco ancora soffre.

[/hidepost]

Pubblicato il
14 Giugno 2023

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora