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Quasi pronto il nuovo canale di Panama

Ha partecipato anche l’italiana Impregilo – Grande impegno anche per la salvaguardia ambientale con riforestazione e trasferimento degli animali selvaggi

Un dettaglio delle nuove vasche

PANAMA – Il terzo imponente lotto di lavori per l’approfondimento e la ristrutturazione del Canale di Panama, lavori iniziati nel 2007 sia dal lato atlantico che pacifico della grande opera, è stato vinto pochi mesi fa dalla compagnia belga Jan de Nul con un’offerta di 89 milioni di dollari, nettamente inferiore a quelle delle altre quattro concorrenti tra cui la cinese China Harbour Engineering Co, arrivata seconda con l’offerta di 116 milioni. I lavori sono in stato avanzato e comportano il dragaggio – dice una nota dell’Autoridad del canale – di 14,8 milioni di metri cubi di materiali e l’escavo di altri 800 mila metri cubi di terra sui lati.

Come noto alla varie fasi dei lavori per il nuovo canale di Panama partecipa anche l’italiana Impregilo insieme alla spagnola Sacyr, alla Costructora Urbana di Panama e alla stessa Jan de Nul belga. L’intero progetto del Canale costerà, secondo le stime ufficiali, oltre 3,5 miliardi di dollari Usa e consentirà il passaggio delle più grandi unità post-panamax oggi in servizio.

Entro la prima metà di quest’anno si ritiene che i lavori di espansione del canale saranno completati al 98%, compreso il quarto lotto che ha comportato l’escavo di 26 milioni di metri cubi di materiali.

Particolarmente significativa, secondo l’Autoridad di Panama, l’attenzione che è stata dedicata anche agli aspetti della salvaguardia ambientale. Lo sbancamento di milioni di metri cubi di terreno coperto di boschi e popolato da migliaia di animali si è svolto sotto il controllo delle associazioni ambientaliste internazionali, ed ha comportato il trasferimento di alberi, la piantumazione di altri e il reinserimento della fauna. Sono stati già riforestati 415 ettari di territorio e sono stati pagati 1,3 milioni di dollari come compensazioni economiche alle popolazioni residenti. Gli scavi hanno anche consentito importanti studi di paleontologi coordinati dallo Smithsonian Tropical Institute.
Dal punto di vista della logistica, l’allargamento ed approfondimento del canale, con le nuove vasche-bacini per le unità più grandi, hanno eliminato uno dei problemi più noti per i traffici marittimi tra Atlantico e Pacifico, evitando alle fullcontainers post-panamax la circumnavigazione dell’America del Sud.

Pubblicato il
17 Marzo 2010

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