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Riflessioni sul mondo dei terminals

LIVORNO – Forse è davvero difficile seguire le vicende del TDT e valutare le diverse posizioni assunte dai due soci, la Compagnia portuali e Contship-Eurokai, senza allargare lo sguardo alle problematiche del terminalismo internazionale e dello shipping.

Per entrare nel vivo del problema bisogna partire da una premessa: che la crisi internazionale ha colpito duramente proprio e specialmente i terminals, generando ricadute da qualche parte drammatiche come chiusure o ridimensionamenti drastici, di fronte ai quali i 400 cassaintegrati di Gioia Tauro sono soltanto un elemento minore.

Se Dubai World traballa, se gli stessi cinesi – supportati significativamente anche dallo stato con valanghe di dollari – stanno tirando quasi ovunque i remi in barca, se anche i grandissimi terminals nati negli ultimi anni ante-crisi si sono messi in stand-by persino sulla costa sud del Mediterraneo (dove notoriamente i costi sono molto più bassi e dove si proiettano le speranze di una prossima ripresa dei consumi), tutto questo ha un significato preciso: terminal e terminalisti stanno riesaminando strategie che erano costanti almeno da decenni, da quando il trade mondiale tirava come una locomotiva, sia pure con le consuete oscillazioni di sistema.

Oggi le cose sono cambiate; e chi ancora ha il coraggio di non disimpegnarsi, ha anche e soprattutto ritiene di avere il diritto e il dovere di eliminare le nicchie di inefficienza, i costi “allargati”, le superfetazioni di spese su cui si chiudevano gli occhi durante le “vacche grasse” ma che non hanno più alcuna giustificazione. Basta questo per giustificare scontri duri come quello sul Terminal darsena Toscana di Livorno? Forse non basta, ma aiuta certamente a capire. Come dovrebbe aiutare a capire che oggi è difficile ipotizzare un veloce e produttivo “subentro” nel TDT al terminalista Eurokai se quest’ultimo dovesse davvero disimpegnarsi. Dunque l’imperativo è riflettere, riflettere e ancora riflettere. Perché scelte traumatiche e definitive in questi casi fanno morti e feriti da entrambe le parti.

A.F.

Pubblicato il
7 Aprile 2010

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