Solo cominciata la “battaglia” per Livorno
Molti “dietrismi” sulla spaccatura nel porto, ma spetta al ministro stabilire se le candidature sono sufficienti o no – Gli sviluppi non saranno immediati
LIVORNO – Al ministro delle Infrastrutture e Trasporti sono arrivati, entro il “tempo massimo” stabiliti in lunedì scorso, le candidature degli enti locali per i rinnovi delle presidenze delle Port Authorities che scadono il 5 dicembre: cioè Livorno, Trieste e Bari.
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Di Trieste e Bari parliamo a parte, qui a fianco. Per Livorno, dopo la candidatura a sorpresa di Roberto Nardi da parte della “sua” Camera di Commercio, le altre istituzioni hanno fatto blocco compatto ed hanno designato il presidente uscente, Roberto Piccini. Era largamente scontato, come era scontato che per ottemperare alla legge il nome di Piccini dovesse essere affiancato anche da altri due (la famosa “terna”) o almeno da un altro nome. Solo che le istituzioni – sembra in pieno accordo con la Regione Toscana – puntavano e puntano alla riconferma di Piccini, per cui i nomi (o il nome) di accompagnamento non avrebbero dovuto dargli ombra. Cosa che invece fa il nome di Nardi, anche se il presidente camerale ha voluto chiarire, con dichiarazioni ufficiali, di aver accettato la candidatura “per spirito di servizio” rispondendo alle sollecitazioni di parte delle categorie economiche. “Ma non sono contro Piccini – dice Nardi – e la mia corsa può anche finire qui. L’importante è che non mi sia stato chiesto di fare da “ancella” a qualcuno”.
Adesso il ministro ha trenta giorni di tempo per rispondere alle designazioni. E naturalmente si apre un dibattito assai acceso se i due nomi – Piccini e Nardi – siano sufficienti a una scelta. C’è chi sostiene tra l’altro che Nardi non risponda in pieno alle caratteristiche richieste dalla legge, mentre c’è stato anche un tentativo del sindaco di Livorno di chiedere a Nardi – come evidente rivalsa per aver rotto le uova nel paniere di giochi che sembravano già fatti – le dimissioni immediate da presidente camerale. Cosa che ovviamente Nardi non ha nemmeno preso in considerazione, ribadendo anzi che la legge non considera affatto incompatibile le due presidenze (Authority e Camera) se anche ci si dovesse arrivare.
L’impressione generale è che si sia solo avviata una lunga diatriba, che ha spaccato gli ambienti portuali (Spedimar e gruppo Lorenzini con la Cilp a favore di Piccini, Asamar, o almeno il suo presidente Silvio Fremura ed altri appoggiati da un settore della Confindustria locale contro la riconferma dell’attuale presidente. Ma c’è abbondantemente tempo per rimescolare la prima calata delle carte.
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