Piombino spera ancora su Bagnoli
Ci sarebbero rimasti 150 milioni destinati all’operazione – Chiusa la gara per il nuovo banchinamento

Luciano Guerrieri
PIOMBINO – C’è chi vede il bicchiere mezzo vuoto e chi s’affanna a vederlo mezzo pieno. Però una cosa è certa: gli accordi di programma del 2008 – legati alle bonifiche di Bagnoli, bonifiche in gran parte sbianchettate – sono in netta sofferenza: su 275 milioni di euro che erano stati concordati con lo Stato per il trasferimento dei fanghi a Piombino, sono arrivati di fatto solo 25 milioni, di cui solo poco più di 10 per l’Autorità Portuale (il resto è andato al Comune per la bonifica dei terreni di “Città futura”). E anche la sospirata realizzazione della 398 batte in testa, perché per quanto la Sat si sia impegnata nell’ambito della Livorno-Civitavecchia autostradale, ci sono problemi di tracciato nella parte finale, quella che dovrebbe proprio sfociare in porto attraverso le aree industriali.
Il presidente della Port Authority Luciano Guerrieri è tra quelli del bicchiere mezzo pieno. “E’ vero, i soldi arrivati sono pochi e una parte degli accordi di Bagnoli sono saltati – ammette Guerrieri – ma non è detto che tutto debba finire nel niente.
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C’è stata una potatura dei fondi ma siamo in attesa di rimodulare gli accordi, perché circa 150 milioni di euro dei 275 promessi in prima battuta ci sarebbero ancora. In pratica il porto avrebbe perso una quarantina di milioni, che non sono poca cosa ma non sono certo tutto”.
Secondo il presidente Guerrieri, bisogna capire se c’è ancora la volontà politica di rimodulare il famoso accordo, magari con più soldi, oppure no. “La faccenda è in mano al ministero dell’Ambiente e al ministero dello Sviluppo Economico – chiarisce Guerrieri – ma quest’ultimo come noto da alcuni mesi è in attesa del titolare. Le cose vanno piano, troppo piano: ma non abbiamo perduto le speranze”.
Intanto venerdì scorso sono scaduti i termini per la gara del nuovo banchinamento e hanno partecipato ben 12 ditte. E’ un ulteriore passo avanti, in attesa che il piano regolatore del porto ottenga la sospirata VIA.
Più complicata la faccenda delle bonifiche industriali secondo gli accordi del 2008; anche perché la crisi ha reso assai meno appetibili le aree industriali e non c’è certo la corsa ad accaparrarsele e a compartecipare – da parte dei privati – all’operazione. Specie con le perplessità che ancora esistono per la parte terminale della strada 398, che non si sa ancora bene dove dovrà passare.
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