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Ma è bruciata anche la stagione del 2011

LIVORNO – Una stagione bruciata nella vana attesa di decisioni, quella del 2010. Un’altra, quella del 2011, che ormai secondo gli stessi protagonisti della gara per la privatizzazione, anch’essa bruciata; perché anche con improvvise e tutto sommato improbabili “sgommate” decisionali, entro febbraio dovranno essere emanati orari, itinerari, tariffe.

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Tutti sanno che per le regionali – Toremar in particolare – dalla primavera all’inizio dell’autunno è lì il grasso che cola: con la specifica ulteriore che delle quattro compagnie locali dell’ex Tirrenia quella Toscana è l’unica ad avere – malgrado tutto – un bilancio in attivo proprio per il ricco bottino dei traghetti estivi tra il continente e l’Elba. Perdere un’altra stagione – senza voler dare la colpa ad alcuno – rasenta il suicidio economico. Come conferma anche Silvio Fancellu, console dell’Uruguay in Toscana e supporter ufficiale delle due manifestazioni di interesse presentate mesi fa per Toremar, quella di Buquebus Uruguay e di Buquebus Italia (costituita ad hoc a Livorno).

Allontaniamo per un attimo il fastidioso sospetto che trattandosi di danaro pubblico alla fine nessuno se ne preoccupi più di tanto: tanto il presidente della Regione Toscana proprio nei giorni scorsi ha annunciato che a fronte dei tagli delle “rimesse” centrali, i servizi non potranno più essere regalati, e saranno pagati dai cittadini con aumenti tariffari ed eventuali nuove tasse “su chi può”. Forse se l’iter della privatizzazione fosse stato più rapido, e il vincitore avesse potuto contare già sulla stagione 2011 per un primo cospicuo incasso, si sarebbe parlato meno di nuove tasse e nuovi aumenti. Ma si sa che i tempi della politica sono diversi – ahimè, molto diversi – da quelli dell’economia: non solo agli alti livelli, ma anche in quelli ultramodesti delle nostre realtà locali.

Un’unica consolazione, salvo prove in contrario: la gestione operativa di Toremar con il commissario unico Angelo Roma, è servita se non altro a ripulire la società di molte incrostazioni, arrivando addirittura al lusso – tutto autofinanziato a quanto pare – di migliorare le navi, renderle più sicure (avvio dei lavori delle “controcarene”) e specialmente più confortevoli. Accontentiamoci?

A.F.

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Pubblicato il
6 Novembre 2010

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