Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Aggiornare ma non stravolgere il contratto lavoratori dei porti

E’ una delle richieste emerse sul secondo tema in discussione – Imprese e lavoro nei sedici anni dalla riforma – Barbera (Fise-Uniport) e le mutate condizioni della portualità

Federico Barbera

LIVORNO – Due temi fondamentali nell’assise di ieri di Assiterminal alla Stazione crociere labronica: le imprese e il lavoro portuale dalla riforma della legge 84 del 1994; e l’esperienza ormai decennale del contratto collettivo nazionale dei lavoratori dei porti. Con semmai un unico rimpianto: il poco tempo a disposizione, meno di una giornata condivisa anche dai saluti istituzionali e da qualche pausa, quando forse ci sarebbe stato da parlare per giorni e giorni, e su temi estremamente concreti, su alcuni punti drammatici.

Torneremo sugli elementi più importanti emersi dalla giornata di studio, in particolare sulla relazione del presidente di Assiterminal Alessandro Giannini – oggi anche amministratore delegato del Terminal Darsena Toscana – e sull’inquadramento del ruolo e delle problematiche delle imprese portuali dalla riforma del ’94 ad oggi, svolta da Luigi Robba, direttore di Assiterminal.

[hidepost]

L’altro tema scottante: a che punto siamo dopo dieci anni di contratto collettivo nazionale dei lavoratori dei porti, ha visto la vivace tavola rotonda del pomeriggio con i tre sindacati nazionali, il presidente di Assoporti Francesco Nerli, Luca Becce di Assiterminal e in particolare Federico Barbera, presidente di Fise-Uniport e storicamente uno dei personaggi più impegnati nella trattativa per arrivare dieci anni fa al contratto collettivo nazionale. E proprio Barbera, volendo riassumere il suo intervento in poche righe, ha sottolineato come “malgrado le tante difficoltà incontrate per arrivare al contratto e poi per attuarlo concretamente, si è trattato di una serie di regole che hanno avuto risvolti importanti sia per le imprese che per i singoli lavoratori”. Regole che oggi tuttavia – ha aggiunto Barbera – “risentono in alcuni aspetti delle cambiate condizioni del lavoro sui porti, delle normative internazionali proposte dall’Ue e dall’impatto della grande crisi da cui stiamo appena appena uscendo”. Commentando con soddisfazione la scelta del porto di Livorno per fare il punto della situazione, Barbera si è detto fiducioso “che l’ammodernamento delle regole in questione possa contribuire ad accelerare la ripresa e a dare più competitività al comparto”.

[/hidepost]

Pubblicato il
13 Novembre 2010

Potrebbe interessarti

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

“Non solo editore”

È stato, per chi l’ha conosciuto, un maestro di vita: appassionato del mare, del bello scrivere e anche delle gioie che possono venirne. Uomo di cultura, mai ostentata ma semmai offerta con un filo di...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio