Livorno, commissario-ponte dopo Piccini (ma ci sarebbe già il nome del successore)
Crescono le indicazioni sull’attuale commissario della Toremar Angelo Roma, che nel frattempo ha lasciato anche la Zim dopo trent’anni – E quest’ultima torna a combattere nel TDT contro la richiesta di aumento delle tariffe

Roberto Piccini

Angelo Roma
LIVORNO – Finisce nel peggiore dei modi, a quanto sembra ormai scontato, la presidenza di Roberto Piccini alla Port Authority di Livorno. Malgrado l’indicazione unanime di tutte le istituzioni del territorio (meno la Camera di Commercio) per una sua riconferma al secondo mandato, la terna con il suo nome è stata respinta dal ministro, innescando una raffica di ricorsi al Tar della Toscana: dello stesso Piccini, del Comune e della Provincia “ad adjuvandum”. Come noto il Tar ha concesso la sospensiva sul “niet” del ministro riservandosi il giudizio di merito per mercoledì prossimo 12 gennaio. Ma anche se nel merito il Tar dovesse bloccare il ministro, riammettendo la terna (Piccini, Nardi, Nocchi) alla concertazione con la Regione, i termini temporali sarebbero ormai troppo ristretti per evitare un commissariamento. La “prorogatio” di Piccini scade infatti il 18 gennaio e sei giorni dalla decisione del Tar (ammesso che il Tar si pronunci nel merito nella stessa seduta del 12 e non ne fissi un’altra successiva) non consentiranno certo di raggiungere tra Regione e ministero un sospirato accordo.
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L’ipotesi più probabile è quindi quella di un commissario-ponte tecnico (l’ammiraglio Dell’Anna, comandante la locale Capitaneria, come ha fatto capire lo stesso ministro?) e quindi, se Piccini non ce la facesse ad essere “imposto” al ministro dalla Regione, potrebbe entrare nel gioco un altro nome. E su questo toto-nome impazza a Livorno (ma non solo) il gossip. Perché un po’ tutti sostengono a parole che non ci vuole un politico (e quanti se ne agitano per il prestigioso e lucroso posto al sole…!) ma per la prima volta sembra che il ministro Matteoli e il presidente della Regione Rossi siano allineati sullo stesso concetto: no ai politici, occorre un tecnico che conosca profondamente il porto di Livorno e la portualità in toto, meglio se con importanti relazioni internazionali.
Chi potrebbe essere allora il candidato ideale ? Da qualche tempo ha ripreso forza l’ipotesi di puntare sul comandante Angelo Roma: ex ufficiale di marina e insegnante all’Accademia Navale, da trent’anni responsabile per il porto dell’israeliana Zim (che è stata a lungo il più importante cliente delle banchine containers), Roma è stato scelto dalla Regione anche per gestire la delicata fase di privatizzazione della Toremar, e sta facendo molto bene. Potrebbe essere solo una coincidenza, ma dal 1º gennaio il comandante Roma non è più nemmeno consulente di Zim, avendo comunicato agli israeliani la sua indisponibilità causa i crescenti impegni proprio su Toremar. Ma la privatizzazione dell’ex compagnia di Tirrenia è ormai avviata, e insomma Roma potrebbe rappresentare davvero un’alternativa razionale, una “via di fuga” più che valida se il “niet” del ministro a Roberto Piccini dovesse dimostrarsi insuperabile. Da parte sua il comandante Roma si è già pronunciato una volta: “Non sono disponibile a mettermi in concorrenza con l’amico Roberto Piccini – ha dichiarato – al quale auguro la riconferma”. Ma se Piccini fosse tagliato fuori in un accordo trasversale tra Matteoli e Rossi?
Tra ipotesi, illazioni e gossip, si stanno consumando le ultime ore della gestione Piccini dell’Authority livornese. Alla quale non mancano le grane, tra le quali il riacceso braccio di ferro tra Terminal Darsena Toscana e Zim per una richiesta di aumento delle tariffe da parte del terminalista labronico-genovese che gli israeliani hanno duramente respinto al mittente. E con molta comprensibile amarezza del presidente uscente, ma anche con le comprensibili preoccupazioni di tutti per l’inevitabile commissariamento. Che si aggiunge a quello di Civitavecchia, confermato dal Tar dopo una iniziale sospensiva, e alla ormai scontata nomina alla presidenza di Trieste di Marina Monassi, sulla quale mancano solo gli ok (peraltro non indispensabili) delle commissioni ministeriali. Poi a primavera si ricomincia con altri giri ed altre Authority. Aspettando la riforma della 84/94, che come Godot della celebre opera (copyright di Nereo Marcucci, n.d.r.) non arriva e si teme non possa arrivare mai.
A.F.
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