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Toremar, partono le lettere

Entro i primi di marzo la “gara” dovrebbe essere conclusa – Navi più nuove e veloci ma anche possibili rotte diversificate sull’arcipelago

FIRENZE – Botta e risposta: il tribunale amministrativo regionale emette la sua sentenza sul ricorso di Blu Navy contro la propria esclusione dalla gara per Toremar, e l’assessore Luca Ceccobao fa partire le lettere per la mezza dozzina di armatori “accettati” per la gara stessa. Lettere già pronte da alcune settimane – specifica Ceccobao – ma che erano state temporaneamente congelate in attesa di conoscere la decisione del Tar.

Che Toremar sia un affare, a differenza della disastrata Tirrenia, è da tempo cosa nota; anche perché lo stesso amministratore straordinario Angelo Roma ha certificato bilanci non solo in regola ma anzi in significativo avanzo.

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In sostanza, Toremar guadagna già oggi, che pure non rappresenta un modello di gestione privatistica, stretta com’è tra contratti di lavoro in alcuni punti sbilanciati, navi che non sono sempre un modello di modernità e di efficienza (si veda il famoso aliscafo, fonte di infiniti guai, ma non solo lui) e linee sociali che costano uno sproposito.

E che Toremar possa essere un affare lo testimoniano anche i gruppi che si sono fatti sotto: da Aponte a Onorato, dagli uruguaiani di Buquebus a Lota fino alle varie joint-venture con imprenditori livornesi, è una corsa a mettere le mani sui servizi dell’arcipelago toscano. E questa volta non dovrebbero esserci più intoppi perché partite le lettere della Regione Toscana, ci sono 30 giorni di tempo per fare le offerte e altri 30 per determinare la scelta. In sostanza, alla fine di febbraio o con i primi di marzo la Toremar dovrebbe passare di mano. Non è nemmeno previsto un periodo di “rodaggio”, perché il bando di gara – chiamiamolo così, impropriamente – contiene già tutte le prescrizioni per determinare i servizi da svolgere; e quindi basterebbe un passaggio di consegne, di sede e di navi.

Poi, ovviamente, ci dovranno essere nel tempo gli aggiustamenti necessari: nuove navi in particolare, perché alcune di quelle esistenti hanno fatto il loro tempo e non sono più adatte. In particolare per le rotte più esposte, come quelle sul Giglio e sulla Capraia-Gorgona, che specie d’inverno hanno solo valore sociale e sono ovviamente in perdita (con la copertura sempre meno significativa del contributo statale) dove occorrono navi più flessibili, più veloci e specialmente più sicure in condizioni meteo estreme. Si veda la foto in prima pagina della piccola e vecchia “Aegilium” alle prese con una ponentata al largo dell’Argentario: in una ingavonata di questo genere due inverni fa anche la nave per Capraia rischiò di fare la capriola e fu deciso di dotarla di controcarene per migliorarne la stabilità. Tutte cose che dovranno avvenire, salvo i nuovi gestori non decidano di utilizzare unità diverse su rotte anche diverse (Lota si è recentemente impegnato con il sindaco di Capraia, in caso di vittoria, ad allargare il collegamento da Livorno toccando anche Bastia). Si vedrà presto quante di queste idee troveranno reale applicazione.

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Pubblicato il
15 Gennaio 2011

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